La Polizia di Stato di Arezzo ha identificato e denunciato due persone responsabili di ricettazione e possesso di prodotti falsi.
Nel pomeriggio di ieri, il personale del 113 della Questura, durante il servizio di controllo del territorio in zona Giotto, nota un uomo e una donna che alla vista della macchina della Polizia affretta il passo in direzione opposta a quella della Volante.
Il comportamento sospetto induce i poliziotti a invertire il senso di marcia e a raggiungere i due giovani che da subito mostrano intolleranza e nervosismo rispetto al controllo di polizia.
Dall’interrogazione alla Banca Dati delle Forze di Polizia emerge subito informazioni pregiudizievoli nei confronti dei due malcapitati che, visti i precedenti, venigono così sottoposti ad un controllo più accurato.
Dal marsupio del maschio spunta fuori uno smartphone ancora impacchettato e incelophanato e dalla borsa della ragazza altri tre telefoni cellulari anche questi nuovi e ancora sigillati.
I quattro telefonini della nota marca di Cupertino avevano tutti gli stessi numeri identificativi (IMEI e seriale) per cui, da subito, i poliziotti hanno dubitato della originalità dei prodotti.
Per ottenere conferma sulla genuinità o meno degli smartphone recuparati si decide di interpellare l’addetto alle vendite e responsabile del negozio Apple di Arezzo va in Questura per eseguire la perizia richiesta.
L’occhio esperto del commerciante conferma i sospetti dei poliziotti ma lo stesso dichiara che solo una attenta comparazione con il prodotto originale avrebbe potuto smascherare la contraffazione pressochè perfetta dei prodotti sequestrati: in pratica, i dispositivi recuperati dalla polizia avrebbero sicuramente ingannato anche un attento cliente, per la perizia con la quale erano stati assemblati.
L’ignaro acquirente avrebbe così speso oltre 1.500 euro per ritrovarsi tra le mani una “patacca” mal funzionante.