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sabato, Marzo 30, 2024
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Torna a vestirsi a festa Piazza Grande

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Nella giornata di domani saranno effettuate le operazioni di montaggio degli scudi che, come ogni anno, contribuiranno a rendere ancora più affascinante, da adesso e fino a settembre, la piazza che sabato 17 giugno accoglierà la 143esima edizione della Giostra del Saracino dedicata a Luca Signorelli.

L’attuale scenografia con gli scudi, recentemente restaurati, è stata inaugurata nel 1997 e rappresenta Piazza Grande come un luogo “neutro” nel quale ogni facciata si traduce nella rappresentanza di quartieri, nobili famiglie, istituzioni del Comune medievale e del contado. Nel suo insieme il complesso di stemmi apposto sulle quattro facciate offre uno spaccato di quella che era la realtà istituzionale, sociale e politica della città e del territorio aretini all’epoca in cui la rievocazione è idealmente ambientata.

E così il lato nord del Loggiato Vasariano ospita i simboli del Comune di Arezzo e dei quattro Quartieri, il lato est, tra Piaggia San Martino e Borgunto, gli stemmi del Comune di Arezzo nella facciata di Palazzo Acuti, all’epoca sede della Magistratura e le bandiere dei quartieri in ordine di estrazione delle carriere e lateralmente gli stemmi di alcune nobili casate aretine del Trecento e dei castelli del contado.

Nel lato sud trovano posto gli stemmi delle nobili casate e tra i merli della Torre Faggiolana (detta Torre Brizzolari) gli scudi con i colori dei Quartieri. Infine il lato ovest del Palazzo di Fraternita ospita i simboli del potere istituzionale dell’Arezzo medievale in cui le vecchie magistrature comunali coesistevano con l’istituto signorile insieme ad altri cospicui centri di potere cittadini: qui sono posizionati i tre stemmi comunali aretini (Comune, Città di Arezzo e Popolo) e ai lati, insieme alla parte Guelfa e a quella Ghibellina, il Capitolo del Duomo e della Pieve, lo scudo del Vescovo Guido Tarlati da Pietramala con le tre mitrie e il simbolo della Fraternità dei Laici, congregazione di origine medievale.

5 Commenti

  1. Paradossalmente in passato si era udito , da voci di voci “ para comunali “ , che Il Platano del Prato doveva essere abbattuto . Stai a vedere che forse si e’ salvato grazie al pessimo gusto di certi arredatori urbani !

  2. Se dipendesse da certi paracu. ops, da certi paracomunali, visto il massacro a cui è sottoposto, al Prato non ci sarebbero più alberi, ci sarebbe invece l’asfalto al posto dell’erba e palchi e ruote permanenti.
    In ogni caso il verde non ci manca ne sono pieni i marciapiedi e i tombini.

  3. Gli scudi che rendono la piazza più affascinante?
    Hanno la sindrome delll “horror vacui’…non riescono a lasciare la piazza com’e’…la considerano come sfondo per qualsiasi iniziativa che la possa deturpare, peggiorare…quei cioccolatini, quelle bomboniere spiaccicate nei muri sono la rivendicazione del cattivo gusto…e’ come vedere una bella donna riempita di tatuaggi…ma non lo dite in giro che senno’ a qualche genio viene in mente di tatuare gli edifici

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