Sul finire di questa settimana è stata enfatizzata una notizia che, seppur lodevole nel suo contenuto, ci ha subito fatto accendere più di una lampadina.
Lo scorso giovedì, per chi ci legge si tratta del 1° marzo, è stata inaugurata alla scuola primaria Maria Consolatrice un’aula insonorizzata, pensata per migliorare le condizioni di apprendimento dei bambini con alcune disabilità di udito e, più in generale, per tutti gli studenti ospitati nella classe.
Progetto reso possibile, grazie alla collaborazione tra istituzioni pubbliche e realtà private, alle famiglie che lì hanno figli e che pagano una retta, al sostegno dei privati e che ha visto protagonisti Comune, Officina Agile e Fondazione Arezzo Comunità.
Orbene, bella iniziativa così a prima lettura o ascolto, ma poi ci vien da chiedere perché il pubblico ossia il Comune e la Fondazione Arezzo Comunità finanziano una iniziativa di privati per realizzare un progetto che insiste in una struttura privata?
La scuola Maria Consolatrice è paritaria è privata, si paga una retta non tanto leggera, ed è di proprietà della Congregazione di Maria Consolatrice presente in città dal 1939.
Di pubblico non ha proprio nulla.
Ribadiamo l’iniziativa nel contenuto è lodevole, ma ci rivolgiamo all’attento assessore alle Politiche Sociali se è a conoscenza di quanti plessi scolastici siti nel territorio che lei amministra sono sprovvisti dei servizi più elementari e se sa che la popolazione scolastica che li frequenta, assai più numerosa si quella della suddetta paritaria, è portatrice di altrettante disabilità o anche di più gravi e che non ottengono l’attenzione che è stata riservata in questo caso!
Come si dice a pensar male si fa peccato ma a volte ci si azzecca, infatti, non vorremmo che l’attenzione e la solerzia riservata a tale primaria sia dovuta al fatto perché frequentata da parenti di parenti.
Una ventina di pannelli fonoassorbenti, costo medio 50 euro, spesa più che sostenibile da chiunque.
Perché tanta enfasi?
Forse si devono promuovere le iscrizioni?
Ma non tutti si possono permettere la retta, mentre l’istruzione è un diritto di tutti! Un politico lo dovrebbe sapere.
Insomma, forse meno passerella e riflettori, e più attenzione equa sarebbe stata gradita. Anche il servizio che ha realizzato RAI3 ci è sembrata una bella caduta di stile proprio per quanto detto sopra.