Chiuse le indagini preliminari sull’area golenale del fiume Tevere a Sansepolcro, con contestuale avvisi notificati a ex legale rappresentante e a funzionario della Provicia, l’ipotesi di reato è che un impianto per la raccolta e il trattamento dei rifiuti speciali abbia funzionato a lungo in assenza di qualsiasi autorizzazione ne sarebbe così scaturito un pericolo di inondazione data la vicinanza dell’impianto alle opere di difesa idraulica del fiume Tevere.
Ulteriori ipotesi di reato vanno dagli scarichi industriali e sul suolo senza autorizzazione, alle emissioni diffuse in atmosfera anch’esse senza autorizzazione, all’occupazione abusiva di aree demaniali, alla illecita gestione di rifiuti pericolosi e non pericolosi, alla dispersione diffusa incontrollata di reflui industriali con contestuale contaminazione dei suoli con idrocarburi, cromo, rame, cod e zinco e infine al falso ideologico
a carico dell’ex legale rappresentante e del funzionario della Provicia, per evitare la demolizione di un immobile dello stesso impianto, che era in funzione da oltre 30 anni.