Da qualche settimana stiamo assistendo compiaciuti all’avvio di una sfilza di lavori pubblici, che interessano sia il centro, che la immediata periferia della Città,
da Piazza della Stazione a Piazza Grande, da Porta Trento e Trieste a Porta San Lorentino, da Indicatore alla tangenziale urbana, da Viale Santa Margherita a Via Tarlati.
Alcuni di questi lavori sono previsti dal Piano Triennale delle opere pubbliche, per l’attuazione del quale il Comune di Arezzo investira’ oltre 47milioni di euro complessivi: 28milioni per il 2019,
16milioni per il 2020 e
circa 3milioni per il 2021.
Il tutto accompagnato da annunzi roboanti dei vari Toninelli nostrani circa l’imminente inizio di lavori attinenti a progetti, che giacevano da molti anni nei cassetti degli Uffici Comunali, quali, ad esempio, il recupero dell’Area ex Lebole e l’allargamento a quattro corsie di un (breve) tratto del Raccordo Autostradale.
Era l’ora, diranno gli aretini !
Noi, invece, più maliziosi, pensiamo che questo fermento di cantieri ed impalcature sia l’inizio della campagna elettorale per le Amministrative del prossimo anno, secondo un cliché ripetuto abitualmente da ogni Amministrazione Comunale, che – come la nostra – nei primi quattro anni si limita a vivacchiare, navigando a vista, per, poi, sparare le cartucce migliori nell’ultimo anno del mandato elettorale
(n.b.: non a caso, la parte più cospicua dell’importo stanziato verrà spesa nel corrente anno), nella speranza che queste siano sufficienti a far dimenticare ai cittadini i disagi provocati dall’incuria del periodo precedente.
Speriamo che la gente non sia scema e non rivoti questi qui, che sono riusciti persino a fare rimpiangere il governo Fanfani.