Per fortuna tra gli Avanzi Balera, oltre ai mitici Santino Cherubini, meglio noto come “il Penna, e Alessandro Lisi, il motorista, c’è anche un “organizzatore culturale”.
Se non ci fosse Francesco Maria Rossi che, come la Nazione ci fa sapere, è anche scrittore, non ci sarebbe in giro neanche un museo aperto.
Lui, come informa sempre la Nazione, il suo museo lo tiene aperto, basta prendere appuntamento e andare fino a Soci.
Altro che la Minerva, Parri Spinello, Casa Vasari, i reperti etruschi e il vaso di Eufronio al museo archelogico, o Piero della Francesca in San Francesca.
A Soci, a parte Sgarbi che il museo Rossi non l’ha ancora scoperto, c’è la fila davanti a capolavori inediti come la vera piuma di San Michele arcangelo, che deve averla persa sbattendo le ali sopra il Casentino, il capello tinto strappato a Pippo Baudo quando venne ad Arezzo, il pallone d’oro che aveva in bacheca BancaEtruria, ai tempi d’oro.
Ma il pezzo forte, la Nazione riesce a farglielo confessare, è proprio lui, “museo di se stesso in itinere”.
Insomma in giro per Arezzo.
Il pezzo forte ma anche quello più a rischio: il capello di Baudo è ben protetto da sistemi di allarme, difficile che i collezionisti d’arte ne commissionino il furto.
Ma se si fa vedere troppo in giro, va a finire che il museo di se stesso se lo porta a casa qualche ricco collezionista di New York.