Per Enzo Brogi, ex sindaco Pci e pds di Cavriglia, ex consigliere regionale, ex militante di Lotta Continua, ora il più fedele renziano di una provincia che è stata la più renziana d’Italia, quella del 25 Aprile 2017 resterà una data storica.
Solo per lui, uno dei pochi aretini ancora nel giglio magico, Renzi ha rimesso piede per la prima volta in provincia di Arezzo dopo aver firmato il “decreto salvabanche”.
E solo per lui è andato a festeggiare il 25 aprile a Cavriglia, che del resto è a due passi da casa sua, a due passi dal confine con la provincia di Firenze.
Il giorno giusto e l’occasione giusta per dare alla Liberazione un senso compiuto.
Scrive su Facebook: “Abbiamo ricordato la Liberazione, il sacrificio degli innocenti, parlato di Europa, di lavoro, delle primarie del PD.
Ho anche provato a riprendere un’idea, un sogno che darebbe al Valdarno maggiore forza, risorse aggiuntive, opportunità ed autorevolezza.
Un Valdarno unito che guardi a Firenze”.
E’ vero che quest’anno in Italia di feste della Liberazione ce ne sono state di tutti i tipi, ma che ce ne fosse una per sognare con Renzi di liberarsi di Arezzo e andare con Firenze non lo sapevano neanche i valdarnesi che Brogi vuol far diventare fiorentini.
“Cavriglia, beato chi ti piglia” cantava Benigni insieme al sindaco Brogi.
E aveva ragione: Cavriglia la pigliò già una volta Firenze: la pigliò insieme ad Arezzo.
Quando Cavriglia e Arezzo, entrambe ghibelline, furono sottomesse dai guelfi fiorentini.
Beata Firenze che vinse a Campaldino, ma mica tanto beati a Caviglia e ad Arezzo.
Arezzo però non ci ricasca, anzi era riuscita con la riforma del governo Monti a restare una delle quattro province autonome della Toscana.
Ma Brogi che sogna di portare il Valdarno a Firenze per dargli più autorevolezza, è sicuro che i suoi concittadini vogliano ricascarci?
