Simba La Rue non metterà piede su alcun palcoscenico ad Arezzo, e la ragione va ben oltre la mancata formalizzazione della richiesta da parte dell’organizzatore.
Il rifiuto è radicato nel profondo dissenso che la città nutre nei confronti di questo personaggio, non solo per ragioni giuridiche, ma soprattutto per il suo contenuto artistico.
Senza voler entrare nei dettagli delle questioni giudiziarie, è impossibile ignorare i toni violenti, misogini, aggressivi, ignoranti e indecenti presenti nei testi di Simba La Rue.
Questi messaggi risultano totalmente incongruenti con lo spirito e la civiltà di Arezzo, una città che si rifiuta di accogliere artisti che propagano un linguaggio così negativo.
Il vicesindaco Lucia Tanti lancia un appello agli imprenditori del settore dello spettacolo, invitandoli a non farsi portavoce di eventi che coinvolgano artisti con simili contenuti. Questo appello proviene da una prospettiva liberista e thatcheriana, che crede nel valore del libero mercato, ma che riconosce anche i limiti della decenza.
La città di Arezzo, afferma il vicesindaco, è ricca di artisti giovani, talentuosi e italiani, capaci di esprimere tutte le sfaccettature dell’animo umano in modo positivo.
L’invito finale è quello di valorizzare e promuovere questi artisti, piuttosto che accogliere figure che vanno contro i valori fondamentali della comunità.