Sandro Mugnai, 54 anni, artigiano e proprietario di un’abitazione a San Polo, si è trovato al centro di un episodio che ha suscitato grande clamore.
L’incidente risale alla notte della Befana del 2023, quando l’albanese Gezim Dodoli, 59 anni, ha improvvisamente attaccato la casa di Mugnai con un escavatore, rendendo l’abitazione inagibile.
Ciò che ha portato Dodoli a compiere tale gesto rimane avvolto nel mistero, con ipotesi di vecchie ruggini legate a un’amicizia passata.
In un tentativo disperato di fermare l’azione distruttiva, Mugnai e il cognato hanno urlato di fermarsi al vicino, ma invano.
Il dramma ha raggiunto il culmine quando l’artigiano ha sparato cinque colpi di fucile, quattro dei quali hanno colpito Dodoli, mettendo fine alla violenta aggressione.
Inizialmente, il Gip Giulia Soldini ha riconosciuto la legittima difesa a Mugnai, che è stato però successivamente arrestato per omicidio volontario su disposizione della procuratrice Laura Taddei.
Dopo oltre un anno, la Taddei, invece di convalidare il verdetto del Gip, ha deciso di chiudere le indagini preliminari contestando l’eccesso di legittima difesa, definendo l’azione di Mugnai come “precipitosa, avventata e imprudente”.
Gli avvocati dell’artigiano hanno ora venti giorni per presentare integrazioni probatorie o richiedere nuovi interrogatori.
In caso contrario, la procuratrice procederà con la richiesta di rinvio a giudizio.
Tuttavia, il percorso della procura potrebbe essere più impervio, poiché nel corso dell’inchiesta precedente, non è stato impugnato l’ordinanza del Gip che riconosceva la legittima difesa di Mugnai, creando così un ostacolo giuridico per l’accusa.