Ringrazio i 40 mila che hanno letto l’articolo di ieri “il cibo e i trattori” e scrivo anche oggi per affermare che esistono idee e progetti innovativi sia per economia agricola sia per la difesa ambientale.
Mangiare e’ un atto economico.
Mangiare e’ un atto ambientale.
L’attuale modello di agricoltura e di industria alimentare sono destinati ad esplodere in tempi brevi se non vanno verso un rapido cambiamento.
Occorre vivere questa nostra contemporaneità economica ed ambientale che e’ nel nostro piatto quotidiano.
Siamo all’apice del più rapido, profondo sconvolgimento dell’agricoltura nella storia.
Due sistemi alimentari costituiscono l’attuale “food system”:
1-COLTIVARE CON LA TERRA (farm to fork)
2 – COLTIVARE SENZA TERRA (from lab/brand to fork – software food).
IL DESERTO ALIMENTARE.
L’attuale modello di agricoltura intensiva ed estensiva sta riducendo la fertilità del suolo agricolo.
In Italia il 10% del suolo agricolo è considerato già deserto, con indice ESAI (ENVIROMENTALLY SENSITIVE AREAS INDEX), dato ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
I vegetali coltivati in terreni sempre più privi di carbonio organico, con un microbiota agricolo alterato hanno una riduzione nel loro valore nutrizionale.
Per il mondo dell’Agroalimentare e per il Food system è importante prestare attenzione ai criteri ESG: Environmental Social Governance.
La trasformazione dei sistemi agroalimentari ispirati a criteri di massima attenzione all’impatto ambientale, sociale e a una gestione etica delle imprese e dei comportamenti rappresenta anche una grande occasione di sviluppo.
Ho presentato queste riflessioni in un mio intervento a Milano in base mia esperienza nella scienza della alimentazione, nel rapporto tra medicina e agricoltura due scienze per la vita. Ho mostrato ricerche e studi dove si evidenzia il progressivo declino del valore nutrizionale degli alimenti prodotti da una agricoltura intensiva.
Ho evidenziato l’aggressione degli additivi chimici dell’ industria alimentare per la nostra salute.
La grande distribuzione promuove il cibo a basso costo, a bassa qualità nutrizionale.
Le conseguenze di questi sistemi agricoli, industriali, distributivi sulla nostra salute si vedono.
Cambiare si può e si deve
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