Chi è causa del suo mal pianga sè stesso.
Così recita un antico proverbio e sappiamo anche che la saggezza di un tempo non ha mai fallito.
Passeggiando alle porte della città, a mezza collina, in una delle zone più suggestive dove insistono, sia dimore antiche e di pregio, sia ville di recente costruzione non possiamo non restare basiti nel vedere lo scempio o meglio l’irresponsabilità che si è parata dinanzi la nostra passeggiata.
Il genio dell’idraulica, credendosi forse novello Fossombroni de noiantri, ha pensato bene di tappare il percorso del rivolo che, occhio e croce, si tratta di un fosso che costeggia la strada ed ha una sua utilità, ma visto che ostruiva l’accesso alla magione e, nel mentre si provvedeva all’orrenda gettata di cemento quale rampa di accesso, lo si è tappato a valle (vedi foto). Insomma, si è tombato impedendo così il naturale flusso dell’acqua la quale ha trovato naturale sfogo sulla carreggiata.
Ora, sappiamo bene che, se alla natura togli ella poi tutto si ripiglia con gli interessi!
Per una siffatta opera non dico che l’autore “merita la galera”, ma almeno una salata sanzione sì visto il possibile pericolo che potrebbe arrecare.
Evidentemente, ancora una volta, ciò è potuto accadere perché chi dovrebbe controllare non lo fa: vigili urbani?
Soprintendenza?
Non sta a noi dirlo, ma come cittadini, quali sentinelle del nostro territorio, abbiamo il dovere di segnale e così abbiamo fatto.
Chi deve provvedere provveda.
E’ ancora vivo quando accaduto alla Chiassa e non solo.