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mercoledì, Luglio 10, 2024
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Arezzo e l’ipocrisia

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Cari signori tutti, dialoghiamo perché la cultura non ha colore.
Sia ben chiaro!
Essa è l’unica cosa che ha sempre viaggiato libera ed ha costruito ponti, ha unito e mai diviso fin dalla notte dei tempi.

Che ad Arezzo, città dal passato culturale ed artistico glorioso si tenta oggi, nel 2023, di mettere in scena una così bassa commedia cercando di impedire l’esibizione del soprano russo, Anna Netrebko, forse il più celebre soprano del mondo, in programma per il 7 febbraio al teatro Petrarca perché alcuni ritengono che l’artista non abbia, a pare loro, rinnegato sufficientemente la guerra è incommentabile.

A chiedere la cancellazione del concerto sembra che sia la locale comunità ucraina cittadina con una petizione supportata anche da qualche firma italiana.

Riportata la scarna cronaca ci permettiamo di fare alcune considerazioni di merito e ribadiamo il concetto che l’arte non ha avuto e mai avrà colore.
Chi tenta di sporcarla e di usarla per il proprio tornaconto è solo un essere di basso ed infimo profilo.
Non vi è dubbio poi che la guerra va condannata senza se e senza ma, e noi individualmente così come il nostro Paese l’ha non solo condannata, ma anche inviato aiuti e supportato la comunità offesa dal vile atto dell’aggressione.
Aiuto che non si è mai fermato!

Bene ha fatto il Sindaco che, mostrando intelligenza ed equilibrio, ha detto che intende mantenere su due piani diversi la guerra e l’Arte.

Come italiana e cittadina aretina mi sento offesa che in casa mia, seppur una piccola minoranza, vuole impormi cosa fare.
Mi auguro che la si smetta, in questo caso usando la nazionalità di un artista, di fare rovinosi scivoloni storici.

Il grido che oggi l’Europa dei popoli e delle democrazie sta lanciando è come quello di nostro Signore sulla croce: “perdona loro perché non sanno quello che dicono”.

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1 commento

  1. Tempo fa c’erano musulmani di q

    ui, che avevano chiesto l’abolizione del Saracino e ricordiamo chi, on Europa, voleva sfrattare il crocefisso dalle aule scolastiche. Un modo della nostra cultura liberale di farsi autogol. Al di là dei massimi principi e dei distinguo ognuno è padrone in casa propria e certe invasioni sono da respingere come i Russi in Ucraina.

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La Vespa
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Dotata di due formidabili antenne capta, nel territorio urbico locale, tutto quanto c'è di anomalo e, a suo insindacabile giudizio, usa il velenoso pungiglione per raccontare e denunciare. Mimetica e veloce vola di qua e di là, da un abuso ad uno sperpero; da un incarico in odore di favore ad un finanziamento dato per l'acquisto dei bigodini della nonna.

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