La storia – ricostruita dalle Procure di Roma, Siracusa e Arezzo – inizia il 26 agosto del 2018, quando la giovane, 38 anni, di Arezzo, traduttrice di russo, ucraino e inglese invia un curriculum a Siracusa per lavorare come traduttrice.
A visionarlo Serranò e Parini, da anni a Siracusa come capo del Gicic (Gruppo interforze contrasto immigrazione clandestina).
I due propongono alla 38enne di lavorare per loro, agenti dell’Aise.
Lei accetta, con Serranò si innamorano.
Serranò, sposato, s’inventa il ruolo di agente dell’Aise, finge di arruolare anche la 38enne, crea anche un fantomatico gruppo «Argo», falsifica documenti, le affida incarichi, per esempio studiare cellule terroristiche in realtà inesistenti, impersona personaggi da leggenda come don Giuseppe Barillà, colonnello ma pure sacerdote, 12 lingue parlate.
L’altro componente di «Argo» è Carlo Parini, 60 anni, vice commissario, in passato noto alle cronache come «il cacciatore di scafisti».
Ora entrambi rischiano il processo per stalking e falso, dopo la chiusura dell’ indagine del pm Roberto Rossi.
Quando la giovane vuole troncare i rapporti, i poliziotti si spaventano temendo che venga fuori la verità, ma lei, grazie all’aiuto della sorella carabiniere e della sua amica Bo Guerreschi, presidente dell’associazione «Bont’worry», li denuncia.
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