Il vescovo Riccardo Fontana vuole andare a incontrare gli aretini, soprattutto quelli che, come riferisce il Corriere di Arezzo, “gli va sempre storto quello che gli succede”.
Vuole andare ad incontrarli per “sentire cosa c’è di storto, per vedere se insieme questo si può raddrizzare”.
Poi – riferisce sempre il Corriere di Arezzo :- ci sono altre due categorie di aretini che il Vescovo saluta: quelli, ma sono pochi, che guardano sempre indietro, cosa che andava bene una volta, ma oggi no.
E quelli che camminano “sapendo che a volte si va fuori strada”.
L’augurio che il vescovo fa a tutti “è di fare il nostro meglio”.
E questo, secondo il Corriere di Arezzo, sarebbe “un messaggio di coraggio, di vicinanza alla comunità come è nelle parole di Papa Francesco”.
Sarà anche un messaggio coraggio,come quello di Papa Francesco, ma che Papa Francesco abbia usato le stesse parole riportate dal Corriere di Arezzo c’è qualche dubbio: difficoltà con l’italiano, lui che è argentino, un po’ ce l’ha, ma mica fino a questo punto.
Qualche problema, a dir la verità, ci sarebbe anche sugli aretini che una volta, al contrario di oggi, potevano anche guardare sempre indietro.
Se una volta Fontana fosse stato ad Arezzo, avrebbe visto tanti aretini che non guardavano sempre indietro: gli occhi li avevano ben puntati in avanti, tanto che riuscirono a trasformare Arezzo da centro contadino a capitale dell’industria toscana.
E le cose che andavano storte le sapevano raddrizzare.
Di fabbri bravi, che sapevano usare il martello, a quei tempi non mancavano.
Ora, comunque, se non ci riescono da soli possono sempre raddrizzarle con l’aiuto del vescovo.