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Quando la Boschi ammetteva il conflitto di interessi su BancaEtruria

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Non andò la Boschi, allora ministro delle riforme, in consiglio dei ministri per la firma del decreto salvabanche, quello che invece firmarono Renzi e Padoan la fatidica domenica del 22 novembre 2015 che segnò la fine di BancaEtruria.
Non ci andò – lo disse papale papale – per evitare il conflitto di interessi, visto che Papà, di BancaEtruria era vicepresidente.
Ma se firmare il decreto salvabanche, per lei, figlia del vicepresidente di una delle banche messe in risoluzione ,era conflitto di interessi, perché poi ha incontrato mezzo mondo della finanza per parlare della banca di cui il papà era vicepresidente e per cercare che promuoverne l’acquisto da parte di Unicredit?

Quando De Bortoli, l’ex direttore del Corriere della Sera ha scritto nel suo libro “Poteri forti (o quasi)” che lei aveva incontrato Federico Ghizzoni, allora Ad di Unicredit, “per chiedergli di valutare una possibile acquisizione di BancaEruria” prima minacciò di querelare De Bortoli e dopo sette mesi dice di averlo citato a danni.
Ma allora perché ora non cita a danni Ghizzoni che in commissione conferma quasi alla lettera le parole scritte da De Bortoli? “La ministra – ha detto Ghizzoni ai commissari – mi chiese se era pensabile per Unicredit valutare acquisizioni o interventi su BancaEtruria”.

Per fortuna ora la Commissione non si occuperà più degli incontri della ex ministra, ora sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, per trovare un acquirente a BancaEtruria.
Che un acquirente, spogliata di azioni e obbligazioni pagate dai risparmiatori, l’ha già trovato da un pezzo: insieme ad altre due banche l’ha pagata in tutto un euro.
Se ne accorgerà anche la Boschi quando e se verrà ad Arezzo per candidarsi alle elezioni: non ci troverà più l’insegna di BancaEtruria, che per 130 anni è stata sulle porte delle sedi storiche, le filiali e gli uffici del territorio.
A cancellarla è bastato un colpo di bacchetta magica di Renzi e Padoan in quel consiglio di ministri del 22 novembre del 2015 al quale la Boschi non partecipò per evitare il conflitto di interessi.

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