Siamo all’armiamoci e partite: Il sindaco Ghinelli, dopo aver chiamato anche l’esercito per sbaragliare il campo di Saione occupato dagli immigrati, di fronte alla guerriglia tra nigeriani a Campo di Marte, non ammette più ritardi: “E’ venuto il momento di agire come i nostri uomini sanno fare e come è giusto che facciano” dice in un suo comunicato che ha tutta l’aria di una entrata in guerra. Visto che non viene l’esercito, si arma anche lui e fa partire i suoi uomini.
Chi siano i “nostri” uomini non è chiaro.
Se fossero quelli delle forze dell’ordine, polizia e carabinieri, sono gli uomini dello Stato, gli stessi che sono già intervenuti ed hanno eseguito arresti tra i responsabili della guerriglia di Campo di Marte.
Sono anche gli uomini delle istituzioni, Questura e Prefettura, con le quali il Comune e i partiti che sostengono Ghinelli hanno aperto un conflitto istituzionale dopo la lettera aperta del Prefetto che ridimensionava il numero di profughi ospitati e auspicava interventi del Comune contro il degrado.
“Il Prefetto – attaccava Oraghinelli – si occupi delle sue funzioni e non faccia politica”.
Insomma il sindaco non ha bisogno di consigli contro il degrado e l’insicurezza.
Lo dimostrò anche in campagna elettorale, quando insieme al suo partito, preparò un piano a prova di bomba per sconfiggere l’insicurezza percepita in città e con quel piano vincere le elezioni. Ora l’insicurezza non è più percepita, è dilagata.
Sarà per questo che il sindaco cambia il piano e per sconfiggerla chiama l’esercito e i “nostri uomini”.