Autisti e controllori degli autobus aretini di nuovo sugli scudi: stesso copione, stesso finale.
Due ragazzi minorenni salgono sul bus, senza biglietto, si recano dall’autista e chiedono di farlo.
L’autista non ha i ticket dietro, e dice al passeggero di viaggiare tranquillo, che se passa il controllore lo avvisa lui dell’avvenuto pagamento della corsa.
Alla fermata il solerte controllore, con fare autoritario, seppure avvisato dall’autista commina ugualmente la sanzione al ragazzo.
Per chi viaggia spesso sui bus non è nuovo rilevare come tra controllori e autisti, il livello umano e intellettivo spesso non raggiunge quote sufficienti, tra cafonaggine, rozzezza, modi sgarbati, guida nervosa e sopratutto perenne e continua conversazione telefonica dell’autista, dal capolinea al fine corsa. Alcuni di questi senza auricolare, guidando “coi gomiti”.
Peccato che molti di questi autisti / controllori fanno i duri con ragazzini minorenni tranquilli, ma quando sul bus sale l’ubriaco, il delinquente, l’extracomunitario senza biglietto, il prepotente, si girano dall’altra parte e non fanno nulla, si guardano bene dal chiedere il ticket, per evitare rogne.
Forti coi deboli, deboli coi forti, questi sono molti, ma non tutti, i lavoratori del trasporto pubblico aretino.
Se non ci credete prendete un qualsiasi bus, magari nelle “zone calde” tipo Saione o Piazza Guido Monaco e potrete fare l’esperienza diretta.
Non si chiede di assumere neuropsichiatri o ingegneri nucleari per guidare un bus, ma almeno persone con un cervello e una capacità di valutare gli eventi congrua.