Ben se ne facciano una ragione i commercianti tradizionali aretini, i cui negozi sembrano sempre più vuoti, ma l’aretino sempre di più compra online.
Parlando con alcuni corrieri, che spesso mi consegnano dei pacchi, emerge come la quota di concittadini che acquistano su internet cresce a dismisura.
Alcuni dati ufficiali parlano di circa un aretino su due che abitualmente ricevono pacchi di merce.
Non solo Amazon, che la fa da padrone, ma spesso anche siti cinesi come Aliexpress, Gearbest, Tinydeal, oltre al collaudato Ebay, sono per Arezzo l’origine degli acquisti.
Ogni tipo di merce viene acquistato, dai telefonini all’elettronica, dagli elettrodomestici all’abbigliamento, passando per libri, fumetti e molta chincaglieria cinese (cancelleria, trucchi, oggetti per la casa), spesso a prezzi molto bassi.
Addirittura alcune signore aretine vanno nei negozi, si provano i vestiti, o si fanno mostrare scarpe e borse, si annotano taglie, prezzi e caratteristiche, per poi andare a casa e comprarle online.
Nel bene e nel male questo è il futuro, tanto che le poste aretine hanno potenziato il settore consegne, che fino a qualche anno fa sembrava quasi obsoleto, attraverso un aumento di corrieri e orari di consegna pacchi.
A poco servono le proteste, velate o palesi delle associazioni di settore, che a fronte di questa evoluzione vedranno sparire piano piano la bottega generalista, quanto si mettano in testa che per sopravvivere bisogna specializzarsi in qualcosa di non standardizzato.
Cina chiama Arezzo e questa risponde alla grande, tanto che la colonizzazione è in atto, a colpi di scatole e buste.