Era fatto per diventare un giardino pensile, ma da quasi trent’anni ci salgono solo i gatti randagi.
Se sul tetto dell’autorimessa Sant’Agostino potesse salirci qualche allevatore di cavalli, o di asini potrebbe ricavarci parecchie di balle di fieno.
Purchè, mentre lo falcia, non si distragga davanti ad un panorama della città antica che più bello non ce n’è.
E farebbe anche un’opera buona anche per i residenti che con questo caldo rischiano di trovarsi un incendio sotto casa: basta che qualche fumatore si dimentichi di spegnere la sigaretta e la butti anche dalle finestre sul campo di fieno sopra l’autorimessa.
E pensare che da quando l’autorimessa fu inaugurata nel 1990, il giardino pensile avrebbe dovuto essere aperto al pubblico.
Sono passate cinque amministrazioni a Palazzo Cavallo e nessuna è mai riuscita a far rispettare la convenzione tra Comune e proprietà secondo la quale il Comune aveva il diritto di entrare in possesso del giardino ed aprirlo quindi al pubblico.
Sembrava tutto fatto con l’ultima amministrazione quando l’assessore Dringoli firmò con la proprietà l’accordo secondo il quale alla proprietà veniva concesso il diritto di trasformare in box da vendere o affittare l’intero piano rialzato in cambio del restauro del giardino.
Sembrava, ma siamo ancora ai tempi del 1990.
Non sarà come i giardini pensili di Babilonia, una delle sette meraviglie del Mondo antico, ma lo scorcio della città antica che dal giardino anche i turisti potrebbero ammirare sarebbe un bel biglietto da visita della città.
Per ora anche i turisti, ammesso che potessero salirci, potrebbero solo tagliare un po’ di fieno e se hanno un allevamento di cavalli portarsi dietro un ricordo di Arezzo.