E’ il classico cibo invernale povero della campagna, ma che piace tanto anche in cittā.
Due sono le componenti essenziali: il cavolo nero difficilmente usato in altre cucine e l’olio buono come sa esserlo quello aretino.
Oltre a questo è necessario che la stagione sia fredda, un periodo di gelate.
Le foglie del cavolo diventeranno tenere e croccanti.
Prendete delle piante di cavolo nero piccole e tenere, che abbiano avuto il ghiaccio, calcolandone una per persona.
Lavatele molto bene dopo aver tolto le foglie esterne.
Lessatele in acqua calda salata.
Quando il cavolo è quasi cotto fate tostare alcune fette di pane casalingo tagliate alte un dito.
Il pane deve essere di quello toscano non salato.
Appena tolte dalla griglia strofinateci sopra l’aglio, mettetele una per piatto e sopra ognuna una pianta di cavolo tirata fuori dall’acqua bollente senza scolarla.
Un pizzico di sale, olio di Arezzo abbondante, una spolverata leggera di pepe e il piatto è pronto.
Deve essere mangiato molto caldo. |