A Santa Firmina, frazione, su una delle tante colline già abitate dall’epoca romana, nacque nel 1235, Guittone, figlio del camerlengo del comune di Arezzo, Viva Michele
( abbasso Rino), famiglia di alto rango, e che poi gli permise, dopo la sua conversione, di entrare nell’ordine dei frati “gaudenti”, ordine il cui nome la dice tutta…!
Il camerlengo, per chi non lo sapesse, è un amministratore, uno che maneggia soldi, a quell’ epoca la moneta aretina era il Grosso.
Abitava proprio sotto la chiesa in una lussuosa villa con annessa vasca termale, dopo aver frequentato l’università del Pionta, si era dato a molti viaggi, conosceva la lingua provenzana, ed era persona che aveva una cultura letteraria, di notevole spessore, unico difetto, che era un po’ troppo guelfo, per posizione economica acquisita, anche se bisogna dire che cercava, di essere paciere delle due fazioni.
Questa sua posizione con l’ascesa di Guglielmino degli Ubertini a vescovo, ghibellino, lo spinse ad un esilio volontario e morì nel 1294 a Firenze.
La sua posizione e la sua fama oltre che un bell’ aspetto, mossero enorme invidia in Dante Alighieri, tanto che lo critico’, per il suo equivoci e anche erotici versi e rime poetiche…, tre figli e una bella moglie lasciò ad Arezzo nel 1265, entrando nell’ordine dei Gaudenti, una delle sue opere migliori, 50 canzoni e 250 sonetti oltre che otto lettere, è “il lamento” di uno dei combattenti nella battaglia di Montaperti 1260.
( tra fiorentini guelfi e senesi ghibellini, e che all’apparir dei 100 cavalieri aretini in soccorso ai senesi, a “lance in resta”, i fiorentini furono presi da cacarella di paura e annientati!!,
la vera storia è che i gigliati attraversando le colline del Chianti speluzzucavan l’uva non ancora matura, era il 4 settembre, e arrivati al campo di battaglia gli presero a tutti una forte diarrea, e dato che brulla e sabbionosa é la zona, senza frasche e alberi dove appartarsi, la notizia si sparse velocemente e giungendo agli Aretini che giungevano dalla Val D’Ambra, quest’ultimi si denudarono dalla vita in giù, e il luogo fu chiamato “la colonna del grillo”, i fiorentini con le brache e gambaloni abbassati, acovati a far di corpo sciolti, all’apparire di tante lance in resta, cercando di scappare ingarbugliavan le gambe con gli indumenti e cadendo a terra furono presto vittime delle lame ghibelline!)
Tornando a cose letterarie anticipando il dolce stilnuovo, e ponendosi come antesignano di Petrarca, Guittone considerava l’amore una follia,e il sesso, e l’erotismo le sue forme di espressione, il tutto espresso in forma satirica e enigmatica nei versi, una satira come la battaglia di Montaperti!