Sarà un caso, ma gli equilibri in Forza Italia stanno saltando.
Romani è imbelvito per non essere stato eletto presidente del Senato e dà del rincoglionito al Nano pelato ripiantato; Brunetta si incazza a prescindere e annuncia di non essere più il capogruppo di FI alla Camera; il Nano pelato pur di sopravvivere (lui e soprattutto Mediaset) si dice disposto a dialogare con quella “massa di incompetenti vagabondi” dei grillini i quali non ne vogliono sapere di parlare con lui e si confrontano con Salvini.
Al Senato il trambusto ha portato una presidente da due nomi e due cognomi (alla stregua della Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare di fantozziana memoria…).
C’è chi dice che la fine imminente di FI sia legata all’età del Vecchio di Arcore e all’assenza di eredi veri, ma ad Arezzo si fa sempre più strada il timore che tutto dipenda dall’elezione di Maurizio D’Ettore.
In effetti se si fosse votato sui nomi il suo non sarebbe di certo passato, ma la sciatta legge elettorale partorita dal vecchio Parlamento ha fatto sì che il fantasma del Valdarno finisse a Roma.
E ora lì son tutti nervosi… “Ma questo da dove viene?
Chi l’ha candidato?
È stato il Nano Pelato?”
Urlava ieri la Bernini, trombata perché ha esagerato col botox…
