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Comune di Arezzo
martedì, Settembre 17, 2024

Vocabolario Aretino (T)

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El vino è la poccia dei vecchi!

A B C D E F G I L M N O P Q R S T U V Z

Taliano Italiano.
Tàngheno Tanghero.
Tarabaralla Poco male, “tra un discorso e l’altro tarabaralla abbiamo fatto tardi”.
Tarpàno Contadino Villano.
Tatticone Individuo abile che con tattica ottiene cio che vuole.
Taucco Persona che vale poco.
Tècchio Sodo, grasso.
Tegame Persona di poco valore.
Tegnère o ategnère Attingere.
Teje Te.
Tentelloni Andare a tentoni.
Tentennone Colui che risolve adagio e conclude poco.
Tignoso Pignolo.
Tincone Tonto.
Tògo Ganzo Dritto, Bravo, divertente, o, quando si apprezza qualcosa.
Toh Consegnare con un certo impeto (tho piglia qui) tieni prendi qui.
Tonfare Prendere a pugni. Battere
Tònio e Menco a Tiatro Tònio e Menco a Tiatro drento Rezzo
(da “L’Aretino” piccolo vocabolario 1987)‘l mi’ padrone, ce l’ava ditto da un pezzo, ce dette ‘l permesso de vire nel su’ palco.
Col mi Menco se s’arpulì, quando vinne quel giorno, e s’arivòe al Tiatro de Rezzo che s’era guasi soli.
Un’omarino un ce vuliva fa’ passére: ce diciva che ce vuliva il viglietto! Noialtri gni se disse che s’era d’acordo col padrone, ma toccò vire a un buttighino e fanne dua.Appena fatti s’artovòe quel còso che li vuliva stoppare.
S’erano compri alora e l’ava volsuto lù!, e ora ereno ‘ndua ch’ava chiamo un altro e gni diciva: “ Giaà!
L’emo apunto paghéti e ora se dano a tee!,” e li volseno e li strapponno e ce n’ardetteno un pizzittino.Doppo ce feceno salire su pe’ le schéle e s’entòe ‘nturun verone mezzo sbilenco.Era misso sur una specie de corte, ch’aiva tutte le finestre spalanchéte, co’ le seggiole adunéte in fila, e un du’ nn’era tonda aìveno rizzato un muro de’ panno.
‘L tempo era passo: c’era le genti co’ le donne un po’ spogliéte e l’òmini vistiti de nero.
Vicino a quel muro che s’è ditto, ‘ndù pòchi seghéveno e seghévono le corde ch’ereno sur un pezzo de legno a prusciuttino che tiniveno ‘ntur una spalla o apoggéto ‘n terra s’ereno grossi, e faciveno de’ sonini billini. Per sparagnare, come fa la mi’ Néna, spensero tutti quei lumi.Un omo cor un bastuncino ‘n mano s’era misso ‘n mezzo a quell’altri e l’ava fatti zittare.
Quande tutti stéveno zitti arcomincionno a sonére e quel muro acanto a noi dua se mosse: viniva sue e se vidde de l’altri òmini e de l’altre donne vistiti a l’antica, ch’ereno sur una stanza più alta, dreto ‘l muro che ‘n c’era piùe.
Da una buchina drento uno stabbiulino misso li davanti, viniva fora un po’ de capo e le mane d’un òmo che giréveno i fogli.
Subbeto comincionno a vociare co’ la gola aperta, tutti ‘nsieme e un po’ da sé, un se spieghéveno bene ma parecchio ardiciveno l’istesse cose. Tutto quel bercìo duròe un pezzo, un vir fora e un vir drento de quello e de quel’altro che ci aviveno sempre da urlére.
Parlére un parléva nissuni, e pù c’era la banda che ‘n s’era mai zittéta e loro gli toccava berciare sinnoé un se capiveno.

Per vi’ via pigliaveno guasi la rincorsa, arabbiati com’ereno, e doppo ‘nvece se fermaveno tra quelle tende, dreto, senza fa’ più niente: noi se vidiva bene dal palco del mi’ padrone.
S’era guasi stracchi de sentire quande amazzonno uno cor una stillettata; di colpo cadde e se vidiva ‘l manneco de fora.
Quello ch’era stéto se mise a fuggire, pù de colpo anco lù se fermòe subbeto dreto una di quelle tende, ma ‘n du’ c’era altra gente che ulli disse niente.
Entròe una guardia, sembrava che vulisse cercare l’assassino, l’ava lì a du’ passi e ullo vidiva.
Bociava bociava, bociava co’ la gola aperta e nissuno li diciva’ l su’ fatto e l’aiutéva.

‘L mi Menco ch’è d’intenduta, che lo misseno ‘n artiglieria, me guardòe, io lo viddi serio, e lu’ me disse: “ Tonio, gnene dico io!.”
“E’ lì dreto! ‘nguminciò a urlére è lì dreto!
E lo dicivo anch’io ci à la barba!
È lì che ‘n se mòve!”

Tutti s’azittonno, anche la banda capì e smiseno.
Tutte le genti se voltonno ‘n sue e ‘n se capiva quel che vuliveno da noi: chiameveno mugolaveno.
‘L mi fratello me disse: “imo fora! Imo fora!,
Sinnòe ce piglieran per tistimoni! Ce porteno con sé!” E se scappoe.

S’attornoe a chésa stracchi e disperéti, ma un se putiva di’ più niente a nissuni.
‘L padrone se cercòe d’ull’arvedere per un pezzo.
Con Menco ogni tanto ce se guardéva ma un se parléva.
La Nena, la mi’ sposa, che ci-ava visto quei giorni, che stéva zitta, e unn’ava ditto mai niente, una volta, s’era noialtri tre soli, fece, mentre atizzéva ‘l foco per cocere la minestra, senza voltasse, ma co’ la voce che noi se sentisse: “l’orzo unn’è fatto pe’ somari!”.
Vagnene a fa’ capire a le donne ‘l Tiatro le genti e la legge!

Racconto ascoltato di persona molte volte in anni lontani e ricostruito in maniera fedele da: Alberto Basi

Topini Gnocchi di patate.
Topo Bischero, fesso.
Torsolone Individuo, duro di mente.
Tortoiata Gran botta data con bastone.
Tossa Tosse.
Tossicone Tosse rumorosa e continua.
Traicchè Via in senso figurato. “Prese el su’ traicchè e se n’andò”!
Trainella Piccolo peso che si trascina, discorso scherzoso.
Tramestìo Movimento rumoroso di piu persone.
Trampellére Essere malfermo.
Tramutére Travasare o trasformare.
Trània Lagna, cantilena. “M’ha fatto n’a trània che un finiva più”!
Trappiare Trapelare, filtrare.
Trasciconi Strasciconi.
Traspìggere Scalpicciare.
Traventare Gettare forte, lanciare violentemente.
Treggia Carro agricolo rudimentale.
Trèmoto Ragazzo vivace che non sta mai fermo.
Trescone Ballo con frequente scambio di dama.
Tribbiare Trebbiare. Anche “mangiare voracemente”, con grande appetito.
Tribunale Costi quanto un… espressione: “Citto me costi quanto un tribunale”!
Trìciolo Pezzetto minuscolo.
Trimbello Lembo strappato.
Trimbellone Come brinsellone, giovanotto grande e grosso, fannullone.
Trimbellone Persona sporca, vestita di stracci.
Triminére Toccare continuamente con le mani. Usato spesso in senso negativo. “Smetti de triminére quela robba che te ‘nsuddeci tutto”! Cincischiare.
Trincata Grossa bevuta.
Trippata Caduta rovinosa sulla pancia.
Trippièdi Arnese di ferro con tre appoggi che serve per cuocere il cibo nel focolare o da appoggio per scaldare le pentole.
Tritéllo Cruschéllo, espressione, “cadere nel tritello”, sbagliare di grosso.
Tritìo (fare un) Ridurre in pezzi.
Triturére Tritare, macinare.
Troghèlo Mangiatoia per maiali.
Tròglio Balbuziente.
Troiaio Una schifezza.
Tromba Il tubo per travasare il vino.
Tronata Botta consistente, anche figurata “Che tronata!”
Tufone Cazzotto violento.
Tul Nel.
Tur un In un.
Turbèlo Non limpido, non trasparente, torbido.
Tutto Gioco, si preparano nove buche, piccole per terra, tre per fila ;
nella buca centrale si mettono tuti i soldi (la posta)
poi si tira a turno da una certa distanza, con una palla pesante, possibilmente di ferro, vince tutto chi fa entrare la palla nella buca,
piu difficile, quella con i soldi.
Tutto d‘en chjocco Improvvisamente.

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