Mangiare e bere sono gesti quotidiani che compiamo quasi senza pensarci. Eppure, ciò che accade dentro di noi dopo ogni boccone è un processo affascinante e complesso, orchestrato con precisione dal nostro corpo.
Un sistema automatico e perfetto
Il processo digestivo ha un compito fondamentale: estrarre dai cibi l’energia necessaria per far funzionare ogni cellula e liberarsi di ciò che non serve.
Quando mastichiamo e inghiottiamo, una catena di eventi si mette in moto all’interno del nostro apparato digerente, completamente al di fuori del nostro controllo.
A gestirlo è il nervo vago, un conduttore silenzioso che coordina le funzioni dello stomaco e dell’intestino, indipendentemente dalla nostra volontà.
Dalla bocca all’intestino: l’onda che muove il cibo
Appena il cibo entra in bocca e viene deglutito, attraversa l’esofago — il canale che collega la gola allo stomaco — grazie a una “onda motoria” chiamata peristalsi.
Questa contrazione muscolare involontaria si propaga lungo l’intestino (lungo circa cinque volte la nostra altezza) e spinge il cibo in avanti.
Osservata ai raggi X, la peristalsi somiglia a un’onda oceanica che accompagna il cibo verso lo stomaco. Tutto avviene in silenzio, sotto il controllo del sistema nervoso autonomo.
Lo stomaco: un lago acido in movimento
Quando il cibo raggiunge lo stomaco, entra in un ambiente estremamente acido.
Le pareti gastriche si contraggono e si rilasciano tre volte al minuto, frantumando e mescolando gli alimenti fino a ridurli a una massa semi-liquida pronta per l’assorbimento nell’intestino tenue.
A stomaco vuoto, la cavità gastrica ha un volume di circa 50 cc e un’acidità (pH) pari a 3.
Con l’arrivo del cibo, il volume può superare i due litri e il pH risale verso valori attorno a 5, diventando quindi meno acido.
Contrariamente a quanto si pensa, durante il pasto l’acidità dello stomaco diminuisce, grazie alla capacità tampone degli alimenti (food buffer capacity).
Un equilibrio delicato
Ogni giorno lo stomaco produce oltre un litro e mezzo di succo gastrico, dominato dall’acido cloridrico — una sostanza tanto potente da poter sciogliere i tessuti, ma resa innocua grazie al muco protettivo che riveste le pareti gastriche.
La straordinarietà dello stomaco risiede anche nella sua organizzazione motoria: digerisce un cibo per volta, percepisce consistenze, sapori e odori, e si contrae fino a 180 volte l’ora durante la digestione.
Quando l’equilibrio si altera: il reflusso gastroesofageo
Se il cibo resta nello stomaco per troppo tempo — in media oltre tre ore — si possono verificare fino a 540 contrazioni, aumentando il rischio che parte dell’acido risalga verso l’esofago: è il reflusso gastroesofageo.
Per prevenirlo, è utile:
- mangiare porzioni ridotte,
- masticare lentamente,
- assumere bevande calde durante il pasto,
in modo da favorire una digestione più rapida e ridurre la pressione nello stomaco.










