Dopo che un italiano è caduto in Portogallo in un buco nel terreno profondo due metri e mezzo, che in realtà era un’opera d’arte dell’artista Anish Kapoorla che doveva rappresentare una discesa nell’oscurità, il Comune di Arezzo, che di buchi nel terreno ha pieno le strade e le cura come opere d’arte, ha messo le mani avanti e invece di coprirle ( le buche ) ha pensato bene di avvertire gli aretini con dei cartelli, questa volta per niente umoristici, che in quei tratti di strada ci sono opere d’arte simili a buche dove si può battere il muso.
Qualcuno dirà: ma non era meglio coprirli quei buchi che rischiano di far danni a ciclisti e scooteristi oltre alle marmitte delle auto?
No, perché le buche sembrano piacere a questa amministrazione, che invece odia gli alberi ed i murales
(solo quelli artistici eh, non quelli di twenty one che continua tranquillamente ad imbrattare tutti i muri di Arezzo, ora arrivato in pieno centro).
Se le buche restano tanto vale chiamare l’artista Anish Kapoorla ad illustrare il “tour aretino delle buche” dando un senso artistico ai moccoli che gli aretini lanciano ogni volta che ci passano sopra.