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domenica, Marzo 31, 2024
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Ad Arezzo la piazzola per caricare le auto elettriche. Ora siamo a posto

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Il 30 agosto verrà inaugurata la piazzola aretina per il caricamento delle auto elettriche. Dove?
Ma all’impianto di smaltimento dei rifiuti di San Zeno, naturalmente…

Grosso modo funziona così: AISA vuol far finta di essere un’azienda ecologica attenta alla salute dei cittadini, quindi prova a rendere frequentato il luogo meno frequentabile (peggio del parco del Pionta) del territorio comunale di Arezzo.

Soltanto che le auto elettriche hanno un paio di limiti: il primo è quello di essere ancora piuttosto lente sia in velocità che nella ripresa, cosa che le rende piuttosto pericolose in fase di sorpasso eventuale; il secondo è che con una carica si percorrono pochi chilometri. Se un cittadino residente a San Polo o a Staggiano compra un’auto elettrica e va a San Zeno per fare il “pieno”, quando torna a casa ha il “serbatoio” a metà…

Sarà dura anche decidere se andare o no a San Zeno per ricaricare quando si è in giro qua e là per il mondo frequentato.

Insomma, tutto fumo negli occhi.
Si realizzino piazzole sparse nel territorio, come succede in Olanda o in Danimarca, e allora si potrà veramente considerare l’idea dell’acquisto di auto a trazione elettrica…

1 commento

  1. Mi permetto di far notare che se l’elettricità che arriva alle piazzole di ricarica è prodotta nelle forme “classiche”, ovvero da energie non rinnovabili, il vero fumo negli occhi non sono le piazzole di ricarica ma le stesse auto elettriche, icone radical chic o mezzi per faciloni pseudo ecologisti sinistrorsi. Mala tempora…

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Pietro Aretino
Pietro Aretino
« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco, che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo, scusandosi col dir: "Non lo conosco"! » (Ironica epigrafe indirizzata all'Aretino da Paolo Giovio[1]) È conosciuto principalmente per alcuni suoi scritti dal contenuto considerato quanto mai licenzioso (almeno per l'epoca), fra cui i conosciutissimi Sonetti lussuriosi. Scrisse anche i Dubbi amorosi e opere di contenuto religioso, tese a farlo apprezzare nell'ambiente cardinalizio che a lungo frequentò.

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