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Scandalo rifiuti, se era succube, a mali estremi rimedi estremi. Oppure becchi e bastonati

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Vorrei scrivere cose spiritose. Questo, invece, è un argomento serio. Comunque sia, ciò che scriverò lo scriverò né per l’Ato né per i sindaci. Scriverò per coloro che, come me, sono soggetti alla Tari. La tassa sui rifiuti.

 Probabilmente, tra quanti di noi sono soggetti alla Tari, c’è chi pensa che chiunque vada bene a raccogliere e smaltire la nostra spazzatura. Purché lo faccia. Quanti la pensano così, possono fare a meno di leggere. Quanti la pensano diversamente, farebbero bene a porsi la domanda se non sia meglio dire a mali estremi rimedi estremi, purché non si abbia a che fare con chi, già in passato, non controllava l’andamento delle cose, da cui sarebbe scaturito un clamoroso caso di corruzione.

Uno di quelli a causa dei quali scontiamo le conseguenze pagando i rifiuti. E dinanzi al quale, Ato e sindaci possono ficcarsi sapete dove l’ aut aut.

Lo scandalo rifiuti continua a tenere banco. Ed ha fatto giustamente sensazione la Nazione, con l’articolo in cui il quotidiano dà conto di ciò che si dice nell’ambito di questa clamorosa inchiesta sul nuovo direttore generale di Ato Toscana Sud.

L’ingegner Enzo Tacconi non figura tra gli indagati. Questo va precisato.

tribunale-leggeEgli era, sì, il responsabile unico del procedimento in relazione alla gara d’appalto di affidamento in gestione del servizio dei rifiuti nei comuni di Arezzo Siena Grosseto. E, stando come l’ingegner Tacconi viene dipinto nell’inchiesta, egli era, sì, stato messo in questo incarico dall’ingegner Andrea Corti. Il dg di Ato arrestato la scorsa settimana, perché avrebbe pilotato la gara, affinché se l’aggiudicasse RTI “Progetto 6”. Strutturando il bando stesso in funzione dell’aggiudicataria e, tra l’altro, impedendo la partecipazione di altri concorrenti, ostacolati con clausole varie.

Tacconi era, sì, influenzato, se non eterodiretto o, addirittura, prevaricato sistematicamente, dall’ingegner Corti. Ma l’Autorità Giudiziaria si è limitata a farne il ritratto. Il bibbienese Tacconi non è indagato.

L’assemblea di Ato Toscana Sud, riunita venerdì 11 sotto la presidenza del sindaco di Arezzo Ghinelli, in seduta plenaria con tutti gli altri sindaci, ha ritenuto proprio l’ingegner Tacconi l’unica alternativa a Corti. Che, benché messo agli arresti domiciliari, non ha neanche rassegnato le dimissioni dalle funzioni in Ato. Ma non solo lo ha ritenuto l’unico avvicendamento sottomano. Ghinelli e i sindaci lo hanno ritenuto l’unica alternativa al commissariamento. Insomma: aut aut.

Certamente, il ritratto emerso del nuovo dg di Ato, stante ciò che riporta un quotidiano, non è il massimo.

Il punto, però, è un altro. Il Cda di oggi ha nel nuovo direttore la figura su cui si affida in questo frangente assai travagliato nella storia, ancorché recente, di Ato Toscana Sud. E’ normale, no?

La domanda, però, è, dal punto di vista di coloro che soggetti alla Tari, non se ne fregano che sia chiunque a raccogliere e a smaltire la loro spazzatura, purchè lo faccia:

tasseil vecchio Cda, in carica ai tempi in cui era in corso il procedimento relativo alla gara di affidamento della gestione del servizio integrato dei rifiuti, ossia nel 2010-2012, controllava a sua volta o riteneva fosse dell’ingegner Tacconi il compito di vigilare e di controllare le progettualità, le équipe di lavoro, le attività …le somme di danaro?

In effetti, allora era Tacconi il responsabile unico in questa materia. Se non controllava lui, avrà controllato il Consiglio di amministrazione. No? Parliamo, infatti, di una cosa importante: un appalto da 171milioni di euro l’anno!

Bè, a quanto si dice, il Cda non controllava in quanto riteneva, correttamente, che il compito di vigilare fosse del responsabile unico del procedimento, il quale non teneva gli occhi aperti perché in quell’incarico era stato nominato dal direttore generale dalle labbra del quale pendeva.

Dal punto di vista di coloro che non sono indifferenti a questioni di questo tipo – per quanto esse debbano ancora essere assodate in tribunale – appare un po’ imbarazzante sapere che il controllo è, d’ora in avanti, affidato allo stesso controllore che non controllava, senza commettere alcunché di male ma neanche impedendo ad altri, esattamente al suo stesso direttore, di commettere qualcosa di sbagliato, controllando ciò che era incaricato di vigilare.

La mancanza di alternativa, sarà anche una ragione validaforse per l’Atoaltrettanto per i sindaci…ma mica per chi paga la Tari. Laddove c’è stata corruzione, per quanto in questo caso debba ancora essere dimostrato che vi sia stata corruzione, si sa che i costi sono lievitati. Dobbiamo essere becchi e anche bastonati?

Fatti becchi da un sistema creato da una logica politica evidentemente non immune dall’abbarbicarsi di corruttele. E bastonati dalla mancanza di alternativa all’indomani dell’arresto del direttore generale di Ato?

Questa è la domanda. Dopodiché, sindaci e Ato possono anche ficcarsi sapete dove l’ aut aut.

(continua)

PS: Infuria lo scandalo rifiuti. Sapete di che cosa si occupava il Comune di Arezzo lunedì? Di sagre.

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Felice Cini
Felice Cini
Mi piacerebbe essere Tristano ma sono Felicino, vorrei essere qualcuno ma sono nessuno. Mi piacerebbe raccontare qualcosa di buono ma non ho argomenti. Vorrei un argomento positivo sul mondo che ci circonda ma non mi piace granché ciò che ci circonda. Scrivo su l'Ortica per la mia passione per ciò che non va bene. Mi assomiglia.

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