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venerdì, Luglio 11, 2025
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Coscienza sensoriale: identità personale, biodiversità del gusto e minaccia dell’omologazione globale

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1. Che cos’è la coscienza sensoriale

La coscienza sensoriale è la nostra impronta identitaria più profonda: si forma già in utero grazie agli stimoli provenienti dalle molecole alimentari assunte dalla madre. Ogni sapore, odore, colore o consistenza sperimentato nel corso della vita lascia un segno nei neuroni cerebrali e in quelli intestinali — l’intestino è infatti il nostro organo sensoriale più esteso. Questo archivio di percezioni guida le scelte alimentari quotidiane.

2. L’imprinting prenatale e i primi atti alimentari

Fin dai primi mesi di gravidanza, i gusti materni modellano il bambino. Dopo la nascita, le prime poppate e i cibi introdotti durante lo svezzamento consolidano tale imprinting. Così, per secoli, è nato il “gusto italiano”: un codice sensoriale condiviso tanto quanto la lingua.

3. Il gusto come riferimento identitario di una comunità

Gusto e lingua rappresentano due pilastri culturali. Sapori, ricette e materie prime locali creano una biodiversità sensoriale che distingue una comunità dall’altra, favorendo appartenenza, memoria e tradizione.

4. La spinta all’omologazione

Oggi il modello industriale — supermercati, marketing standardizzato, globalizzazione dei mercati — produce alimenti ultraprocessati, progettati per piacere a tutti e ovunque. Gli additivi livellano differenze di sapore, colore e consistenza, omologando la coscienza sensoriale di milioni di consumatori. Ne deriva una progressiva perdita della biodiversità territoriale del gusto.

5. Conseguenze: regressione sensoriale e salute

Un bambino nato in Italia, in Francia o negli Stati Uniti riceve stimoli quasi identici: merendine, bevande zuccherate, snack salati dal gusto “globale”. Questa regressione sensoriale prepara consumatori passivi di cibo standardizzato e, a cascata, di farmaci. I tassi di obesità e di patologie correlate all’eccesso di massa grassa aumentano in parallelo alla diffusione di diete povere di varietà e di gusto autentico.

6. Riscoprire il piacere come scelta di salute

Arginare l’omologazione significa promuovere un edonismo alimentare naturale: riscoprire il piacere genuino di ingredienti freschi, stagionali, minimamente trasformati. Coltivare e difendere la biodiversità sensoriale — dai sapori amari delle erbe selvatiche ai profumi intensi dei formaggi tipici — è atto di salute pubblica e culturale.

7. Farmacie nei supermercati: la follia organizzata

Mentre si moltiplicano le corsie dedicate ai cibi ultraprocessati, all’interno degli stessi supermercati aprono farmacie pronte a vendere rimedi per le malattie generate da quelle diete. Si mangia male, senza piacere, e si cerca di recuperare la salute a colpi di pillole: una contraddizione che rivela l’assurdità dell’attuale sistema alimentare.


In sintesi

Difendere la biodiversità sensoriale significa preservare identità, cultura e salute. Il piacere consapevole del cibo, radicato in sapori locali autentici, rappresenta l’unica via per sottrarci all’omologazione globale e restituire dignità alla nostra coscienza sensoriale.

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Dott. Pierluigi Rossi
Dott. Pierluigi Rossi
Laureato in Medicina Chirurgia è Specialista in Scienza della Alimentazione, Specialista in Igiene e Medicina Preventiva. E’ stato Primario presso la ASL di Arezzo, Servizio Sanitario della Toscana, per 22 anni, Direttore della U.O. Direzione Sanitaria della stessa ASL, dove ha creato e diretto Ambulatorio di Nutrizione Clinica. Docente dal 1995 al 2009 di Scienza della Alimentazione presso la Università degli Studi di Siena. Docente (a.c.) presso la Università degli Studi di Bologna. E’ autore di un considerevole numero di ricerche scientifiche pubblicate in riviste italiane ed internazionali. Autore di libri. Ha fondato la Scuola di Alimentazione Consapevole, dirige e insegna in Master e Corsi di Nutrizione Clinica a medici, biologi, farmacisti e personale sanitario in molte città italiane e all’estero. Ha elaborato il Metodo Molecolare (Dieta Molecolare) che supera il calcolo giornaliero delle Calorie, considerato un artefatto scientifico perché il corpo umano utilizza per il suo lavoro metabolico solo energia chimica (ATP) e non certo il calore.
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