“Via di qua!” c’è sempre stato,
serve poco a dire il vero,
basta un indice puntato
ed un viso un po’ severo.
“Via di qua!” son tre parole,
spesso facili da dire,
negli uffici, nelle scuole,
fanno a volte divertire.
“Via di qua!” forte va detto,
“Questo è mio e non si tocca!”,
e se alzi un poco il petto
t’esce meglio dalla bocca.
“Via di qua!” l’han detto tutti,
da una parte del pianeta,
e nei sogni, quelli brutti,
chi va via è senza moneta.
“Via di qua!” dice la legge
per chi è senza documento
ma nessuno poi la legge:
i “Via di qua!” li porta il vento.
Finché un giorno, tra la gente,
proprio tu sei il “differente”,
“Via di qua!” ti viene detto
e ti punge lì nel petto.
La filastrocca di oggi è dedicata al volume “Via di qua!” di Henri Meunier e Nathalie Choux, Jaka Book.
Nel giorno in cui si celebra la Giornata della Memoria fa piacere ricordare che “Ogni persona ha il diritto di circolare liberamente e di scegliere la propria residenza all’interno di uno Stato.
Qualunque persona ha il diritto di lasciare qualunque paese, ivi compreso il proprio, e di potervi ritornare” (Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dall’ONU). Consigliato ai primi lettori dai 4 anni in su.