Scrivevo qualche anno fa sulla fiera del mestolo:
Il termine fiera, che indica anche un animale feroce, in questi giorni ha il significato di festa cioè “feria” passando poi al termine usato per indicare un particolare mercato.
È curioso passeggiare tra i banchi della fiera del mestolo perché nonostante tutto avverti un pezzo di passato che sopravvive anzi è ricercato da molte persone.
Un passato semplice, fatto di zucchero filato, di panini anti-dieta, di cd dei Pooh ed appunto di mestoli che oggi sarebbe meglio usarli per darli in testa a qualche politico. Ma i mattatori sono ancora loro, quegli artisti che presentano PRODOTTI MIRACOLOSI, in genere per la pulizia della casa o per rendere un ananas il circuito di Monza.
Sono dei geni, attenti ad ogni mossa del pubblico, che replicano le loro rappresentazioni con professionalità e malizia.
Il microfono li rende attori impareggiabili.
Non ho resistito nel comprare ad uno di loro il marchingegno magnetico che lava contemporaneamente i due lati del vetro.
L’ho comprato non tanto per il prodotto ma per la bravura con la quale l’ha rappresentato: un vero e proprio spettacolo a cui ho pagato il biglietto.
Anche se oggi mi accorgo di non averlo mai usato.
Invece questa fiera del mestolo 2020 è all’insegna della malinconica insoddisfazione.
Vuoi per la dislocazione allo stadio che la rende staccata dalla città e dove qualche curioso si è avventurato con la bicicletta; vuoi per i moccoli degli aretini che, con tutte le strade piene di cantieri e con le chiusure per il mestolo, si sono trovati ingabbiati in ingorghi che gli hanno fatto passare la voglia di zucchero filato.
Alcuni ambulanti, quando ci hanno visto fotografare il deserto hanno manifestato la loro rabbia per il flop dovuto ad una improvvisata organizzazione, così, tanto per dire che la fiera del mestolo c’era.
Quindi già questa mattina decine di banchi hanno fatto le valigie, delusi ed arrabbiati, lasciando spazi tristemente vuoti.
Sì, ci sono mancati gli artisti dei prodotti miracolosi.
Ora attendiamo i politici che non facciano miracoli ma nemmeno gli illusionisti.
È ormai opinione comune – anche tra opposti candidati a Sindaco – che ad Arezzo l’unico mercato ad avere pieni diritti di cittadinanza sia quello – spurio – dei “tirolesi”. In tal modo, eventi come la fiera Antiquaria o quella del Mestolo sono entrati in pesante sofferenza.