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domenica, Marzo 31, 2024
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A CAVAL donato NON SI GUARDA IN BOCCA

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Che fine ha fatto il Cavallo di Gustavo Aceves, il cavallo bronzeo, che fino a giugno 2019 era rimasto esposto sul sagrato della Chiesa di San Francesco e per tale motivo dall’artista messicano denominato “Cavallo della Vera Croce” ?

Di lui (del cavallo, non di Aceves) si sono perse le tracce da quando, alla fine della mostra, venne rimosso da quella sede per far posto all’Obelisco Blu di Mimmo Paladino.

In un primo tempo la Fondazione Guido d’Arezzo cercò un’altra collocazione, che venne individuata in Piazza della Badia, dove venne anche predisposta una base di cemento, ma poi non se ne fece di nulla e non se ne seppe più nulla fino al Dicembre successivo, allorché, nella solita conferenza stampa, alla presenza dell’artista, il Sindaco Ghinelli ed il Direttore della Fondazione annunziarono festanti al popolo aretino che Aceves aveva donato l’opera alla Città.

Ad una condizione, pero’: che venisse riposizionata laddove era stata per tutto il periodo della mostra, ovvero davanti alla Basilica di San Francesco.

E qui, come si suole dire, potrebbe cascare l’asino (pardon, il cavallo, ad Arezzo gli asini si fanno vedere solo in volo e non in mostra) !

Infatti, per rimetterlo nella posizione pretesa dall’artista occorrerà superare il presumibile fuoco di sbarramento della burocrazia: nella specie, il nulla osta della Soprintendenza delle Belle Arti, che ha sede a Siena, ma con la quale non dovrebbero esserci problemi, perché basterà inviare come emissaria – previo sciacquio della bocca – l’Assessora Tanti, visti gli ottimi rapporti da lei intrattenuti con la Città del Palio ; dovrà essere interpellata anche la Direzione regionale musei della Toscana (l’ex Polo Museale della Toscana), che ha sede a Firenze e che gestisce, tutela e valorizza gli istituti ed i luoghi della cultura regionale, tra i quali la Basilica di San Francesco, ma anche in questo caso no problem, ci penserà il Sindaco, che vanta anch’egli un solido ed indiscutibile rapporto di amicizia e politico con le istituzioni toscane, in particolare con il Governatore Rossi ; ci sarà poi da ottenere anche il consenso della Diocesi aretina, ma anche qui la via libera è scontata, considerato lo stretto ed affettuoso rapporto tra il Sindaco “Alessandro” ed il Vescovo “Riccardo” ; infine, sarebbe interessante anche sapere cosa pensano della collocazione del cavallo sul sagrato i Frati Minori del Convento francescano, gelosi e rigidi custodi della Basilica, ma – si sa – ubi maior, minor cessat !

Rimossi tutti questi apparenti od effettivi ostacoli, finalmente potremo ammirare l’imponente cavallo di Aceves fare il paio sul sagrato di San Francesco con la statua a Vittorio Fossombroni, l’eclettico idraulico ed ingegnere bonificatore della Valdichiana, in “ un intimo connubio dell’arte con la vita “ (cit. D’Annunzio).

Quando ciò avverrà, al momento non è possibile saperlo, perché, a Coronavirus ancora in azione, forse il cavallo è in quarantena e non pare il caso di farlo uscire da dove attualmente si trova, tanto più per collocarlo nel luogo preferito dalla movida e, quindi, di assembramento.

Diversamente, pur essendo vero che “a Caval donato non si guarda in bocca”, per sicurezza sua e degli aretini, dovrebbe essere munito della mascherina d’ordinanza, per la gioia del nostro Sindaco.

 

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Etrusco
Etrusco
Aretino doc, la mia grande aspirazione era quella di diventare giornalista ed invece ho fatto per più di 40 anni tutt'altra professione. In gioventù' ho scritto articoli per giornali umoristici universitari del tipo La Bombarda ed Il Pungiglione ed, in seguito, dopo la laurea, sono stato nello staff di televisioni e radio private aretine. Sono da sempre appassionato di sport, che ho praticato sia a livello semiprofessionistico, sia dilettantistico. Sono un innamorato della Giostra del Saracino, nella quale per alcuni anni ho avuto un certo ruolo. A chi mi dice che ho un brutto carattere, perché troppo polemico, rispondo come diceva il Presidente Pertini che " soltanto chi ha carattere, ha un brutto carattere ". Ho fatto tante cose in vita mia e spero che questa non sia l'ultima.=

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