Spulciando i commenti e i giudizi recenti su internet degli studenti Erasmus su Arezzo e la permanenza in città per motivi di studio, emerge come le opinioni sulla vita cittadina la definiscano “un mortorio”, “noiosa”, evidenziando una piattezza di fondo generale.
Se già nei secoli antichi Guittone di Arezzo definiva gli aretini “gente noiosa e villana” un motivo deve pur esserci.
Chi viene da fuori infatti si trova di fronte ad un ambiente sonnolento, statico, poco vivace e reattivo, fatto di un provincialismo immobilista e autoconservativo, come evidenziato da questi commenti, che trova conferma anche in altri ambiti.
Settembre ha sancito il ritorno al lavoro e allo studio per tanti aretini, tra gli sbadigli generali di una città che non è mutata di una virgola in nulla.
L’estate ha visto il solito vuoto cosmico, a parte la solita ridda di sagre mangerecce, tra turisti sconsolati girovaganti tra le saracinesche chiuse e la calura insopportabile.
La domanda che sarebbe obbligatoria fare agli aretini è: “a voi va bene così, che tutto resti piatto e sonnacchioso, in ogni cosa ?”
Se qualcuno vuole rispondere lo faccia nei commenti,
Arezzo è pessima, gli aretini peggio.
e te sei un coglione
Ho fatto l’erasmus ad Arezzo due anni fa. Potrebbe essere io che ha fatto questi commenti su internet. La città era noia. Miei soli amici erano stranieri o italiani veniti de altre parte d’Italia. Sono andato tante volte a Siena e Firenze per sfuggire di quest’ambiente noioso, “autoconservativo” mi piace questo termine. Ho provato tante volte di uscire della città fisicamente a piedi quando non potevo prendere il treno, ma tutte le strade finivano in punti morti o dovevo abbandonare di fronte a l’aggressività degli automobilisti. Non si poteva raggiungere le belle montagne verde all’intorno. Finalmente durante quest’anno ho imparato la solitudine e la noia. Ho incontrato la cultura italiana non attraverso gli Aretini ma con la lettura di Pasolini e la scoperta del grande cinema di Federico Fellini. Malgrado tutto mi piaceva le vecchie pietre e questa sensazione di vivere in una città intoccabile, misteriosa. Sono miei soli ricordi di Arezzo, camminata di giorno o di notte senza raggione particolare. Doppo Arezzo avevo tante frustrazione di un’anno di vita nel vuoto relazionale che ho vissuto con tutta la vitalità che poteva offrirmi l’anima. La noia aretina ha finalmente un interesse per gli stranieri come me.
Grazie Il Burattino per queste belle parole che sono più che de parole, una poesia. Mi scusi per l’imperfettiblità del linguagio, non ho parlato molto italiano con gli Aretini.
Nb : Buongiorno al librario francese di fronte alla stazione 🙂