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lunedì, Novembre 10, 2025
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Un’esperienza amaranto: dalla delusione al miracolo contro la Pianese

Marco Rosati racconta la rimonta amaranto vissuta a metà, tra lavoro, emozioni e sorpresa finale

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La mia Pianese Arezzo
Lo ammetto subito, per sgombrare il campo da eventuali equivoci: della partita di oggi ho visto solo gli ultimi venti minuti, circa.
Appuntamenti di lavoro mi hanno impedito di seguirla dall’inizio, e dentro di me mi maledicevo, certo che mi sarei perso una gran gara sin dall’avvio.

Alla fine dell’incontro di lavoro, però, la curiosità ha la meglio sulla necessità di riordinare carte e pensieri. Mi fiondo sul pc e accedo a SKY proprio mentre i giocatori stanno lasciando il campo alla fine del primo tempo. La visione è sconfortante: il 2-0 che appare nell’angolo alto dello schermo è una mazzata. Spengo tutto e mi rifugio nelle cose che avevo lasciato in sospeso.
Tanto, mi dico, la rimonta di Alessandria non si ripeterà: i miracoli si chiamano così proprio perché non accadono due volte. In fondo, quell’appuntamento di lavoro mi ha risparmiato una delusione cocente.

Eppure, prima di chiudere tutto, un’ultima occhiata alla partita la devo dare. È più forte di me. Accendo giusto in tempo per vedere l’arbitro al VAR. “Che cosa abbiamo combinato ancora?”, penso subito al peggio. Invece no: è Cianci ad essere stato “abbattuto” in area. Rigore, e Pattarello lo realizza.
“Ma tanto i miracoli non si ripetono”, continuo a pensare mentre torno a casa.

Ed eccoci: arrivo, accendo la TV e lo sguardo corre al solito angolo in alto dello schermo. Non credo ai miei occhi: ora è 2-2! (Scoprirò poi che ha segnato Tavarnelli).
“Ma tanto i miracoli non si ripetono”, mi ripeto ancora. E intanto mi viene in mente la statistica: quante sono le gare ufficiali di Bucchi sulla panchina amaranto? Oggi il primo pareggio, e visto com’era iniziata, sarebbe già un gran risultato.

Non faccio nemmeno in tempo a completare il pensiero che Pattarello piazza il pallone all’angolino. GOAL! Lo urlo, mi libero, non ci credo: che spettacolo! Mia moglie, che non ha visto nulla, si spaventa quasi a quel mio “bercio” e mi chiede cosa sia successo.
Il resto è gioia pura.

L’infortunio all’arbitro allunga la gara all’inverosimile, ma ormai non temo più di essere raggiunto. L’Arezzo è attento, la Pianese sembra un pugile alle corde, incapace di reagire se non con il simbolico getto della spugna.
Il maxi recupero ci regala persino il gol di Chierico, con una splendida azione corale a suggellarlo.

È finita: l’AREZZO HA VINTO!

Ascolto l’intervista a Bucchi e apprezzo soprattutto la sua lucidità: sottolinea i problemi e il tanto lavoro ancora da fare, perché rimonte come quelle di Alessandria e di oggi sono, appunto, “miracoli”.

Io intanto non maledico più quell’appuntamento di lavoro: mi ha permesso di assaporare solo il miele della partita, senza il fiele del primo tempo.
Però la prossima volta farò di tutto per essere libero, e godermi l’intera gara.

Foto S.S. Arezzo, -Pattarello calcia rigore

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Marco Rosati
Marco Rosati
Prediligo chi pone e si fa domande ed ho terrore di chi ha solo certezze. Non riesco a saziare la mia curiosità. Mi ritengo un “giovane con esperienza” ma, quando ero adolescente, consideravo coloro che oggi sarebbero miei coetanei “vecchi matusalemme”. Ho fatto studi tecnici ma sono appassionato di storia e delle materie umanistiche in genere. Insomma sono un po’ (eufemismo?) complesso.
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