L’Ascoli si conferma avversario ostico al Comunale per l’Arezzo, che non lo batte dal lontano 1968. Anche questa sera la “maledizione” prosegue. Troise schiera la sua squadra con Mawuli in una posizione più avanzata rispetto alle precedenti partite; spesso si trova in linea con Ogunseye, cercando di superare la difesa avversaria grazie ai suoi inserimenti.
I padroni di casa partono bene e, per i primi 20 minuti, orchestrano buone trame di gioco, sebbene senza mai risultare pericolosi per Livieri. A ispirare l’azione è soprattutto Guccione, che confeziona filtranti e cambi di gioco ben supportato da Gaddini e Renzi. Poi si accende l’Ascoli, che nel giro di dieci minuti crea quattro nitide occasioni. La prima è di Alagna, su cui Trombini si esibisce in uno dei suoi consueti “miracoli”; poco dopo, è Chiosa a risolvere una situazione di pericolo, liberando l’area. Le ultime due occasioni per l’Ascoli derivano da errori nei passaggi arretrati, prima di Mawuli e poi di Chiosa, che Trombini sventa prima in angolo e poi con un’uscita di piede.
Gli amaranto tornano a farsi vedere al 34′: da un’azione di Montini sulla destra, la palla arriva a Mawuli, che serve Guccione anticipato dal portiere. Sul finire del primo tempo è lo stesso Mawuli a tentare il tiro, deviato in angolo.
A inizio ripresa, Mawuli si rende di nuovo pericoloso calciando a lato a due passi da Livieri. Da qui in poi, però, la partita offre poche emozioni e nessuno dei portieri viene impegnato seriamente. Al 24′, l’Arezzo perde palla in zona offensiva e Tremolada lancia Corazza, che, trovandosi solo davanti a Trombini, lo supera portando l’Ascoli in vantaggio.
L’Arezzo fatica a rendersi pericoloso, ma riesce ad agguantare il pareggio su calcio di rigore. Righeti entra in area sulla sinistra e cerca il fondo per il cross, ma viene spinto da Adjapong. L’arbitro non ha dubbi e assegna il penalty. Dagli undici metri, Pattarello realizza con un tiro imprendibile, superando Livieri e pareggiando i conti.
Alla fine, un punto guadagnato per un Arezzo che oggi ha mostrato difficoltà a verticalizzare e sfruttare al meglio le fasce. Troppi passaggi orizzontali e lanci lunghi, spesso intercettati dalla difesa avversaria, con una certa imprecisione anche nei passaggi, che ha portato alla perdita di diverse palle. In una classifica che si fa sempre più corta, l’Arezzo si conferma come la quinta forza del girone. Una volta trovati gli accorgimenti per migliorare quanto oggi ancora manca, e considerati i margini di crescita di questa rosa, non mancheranno le soddisfazioni.