Ho saputo dalla radio della tribolazione del sindaco di Arezzo, prima di avere il vaccino, ottenuto in America, perché qui, ad Arezzo, non riusciva ad avere accesso alla dose del salvavita anti coronavirus, in quanto la Toscana, governata dai suoi avversari in politica, ha cominciato a vaccinare la popolazione a partire prioritariamente da alcune categorie, discutibilmente a maggiore rischio di contagio, come l’Ordine della Magistratura e la classe forense, gli avvocati.
Essendo ignorante in materia di prassi sanitaria ma anche terra terra nel campo della procedura penale, mi sono, però, posta una domanda:
se il sindaco avesse richiesto il vaccino, non come settantenne ma in quanto indagato, regolarmente iscritto nel registro di un procedimento penale, forse sarebbe rientrato anche lui nella categoria giudiziaria; si o no?
Non lo so, eh, domando.
So, invece, e di questo sono certa con me stessa, che il sindaco di Arezzo non ha la mia solidarietà per le sue tribolazioni prima di riuscire a vaccinarsi contro il covid-19 e, per me, dopo Radio Fly, può andare anche a Radio Maria a sfogare la sua polemica, a scoppio ritardato.
Lui se la prende con il Sistema Sanitario della Regione Toscana ed elogia l’America, ma vorrei sapere tanto come mai, prima di oggi, non abbia mai alzato la voce e non l’abbia alzata nei giorni che sono diventate settimane che sono diventati mesi, duranti i quali molti miei, quanto suoi, concittadini hanno tribolato prima di ottenere il vaccino, più e quanto più di lui.
Come mai non ha mai aperto bocca, né come sindaco né come youtuber, né come Primo Cittadino né come conduttore della trasmissione settimanale sull’andamento epidemiologico?
Oggi, eccolo lì a fare polemica a scoppio ritardato ma non per questo ha ed avrà la mia solidarietà; gli do il mio compiacimento di saperlo protetto dal virus, però, la sua polemica, per me, non fa testo; come polemica è troppo tardiva e il signor sindaco di Arezzo per me può andare a frignare anche a Radio Maria ma non ha la mia solidarietà