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domenica, Marzo 31, 2024
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Chiesa di S.Agostino, passante strappa tenda e la indossa sotto la pioggia

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In che città viviamo?
In una città che ne sta vedendo di tutti i colori, viviamo.
A cominciare dal 2013, quando da Piazza Guido Monaco venne trafugato l’abete in allestimento da Albero di Natale.

Per arrivare a stamattina, quando in Piazza Sant’Agostino, un passante esposto al temporale, venuto giù verso le 13.00, giacchè lo scatolone di cartone in testa non gli bastava, è andato verso la chiesa, che dà il nome alla piazza ed è l’edificio sacro del Quartiere di Porta Sant’Andrea, ha strappato la tenda, a protezione del portone dal sole e dal vento, se l’è buttata addosso e,  come un fantasma sotto il lenzuolo, se n’è andato per la sua strada.
Così, come se nulla fosse!

Non si può certo dire che i nostri sono tempi in cui  alberga il rispetto, sconosciuto tanto nei giorni feriali quanto durante la chiacchieratissima movida e se il ladresco trafugamento dell’abete natalizio, dalla centralissima Piazza Guido Monaco, è un episodio entrato negli annali della cronaca aretina, tanto   da essere ancora rammentato, ora giunge, grazie al nostro Il Burattino, un altro esempio di qual è la città in cui viviamo.

Che sia sotto il sole o che sia sotto la pioggia, che tiri vento o non si muova neanche una foglia, c’è sempre qualcuno che dà il peggio di se stesso.

Anche se la tenda strappata e portata via per coprirsi dalla pioggia, non è duecentesca come la Chiesa di Sant’Agostino, desta impressione un gesto che non dimostra neppure un barlume di deferenza per un edificio religioso.
Va dà sé che la scena, come racconta il nostro Il Burattino, ha un che di comico, ma di quel genere di comicità che desta anche amarezza per la città in cui viviamo.

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Felice Cini
Felice Cini
Mi piacerebbe essere Tristano ma sono Felicino, vorrei essere qualcuno ma sono nessuno. Mi piacerebbe raccontare qualcosa di buono ma non ho argomenti. Vorrei un argomento positivo sul mondo che ci circonda ma non mi piace granché ciò che ci circonda. Scrivo su l'Ortica per la mia passione per ciò che non va bene. Mi assomiglia.

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