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L’Arezzo in semifinale e l’importanza dei tifosi, quelli veri

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La media di spettatori al Città di Arezzo durante il campionato appena conclusosi è stata di circa 2300 presenza/partita, la quarta del girone A della serie C.

Quando la squadra ha iniziato i Play Off promozione (due i vincitori finali che saranno promossi) il numero dei presenti allo stadio è lievitato fino a quasi 5000.

E’ normale, qualcuno dirà, ma ora siamo alla semifinale e l’Arezzo affronta il Pisa di Moscardelli e soci.

Un’armata vera e propria, che dal 23 gennaio non perde una partita (l’ultima l’ha persa proprio ad Arezzo…) e che si è piazzata al terzo posto in un girone davvero di ferro (dove l’Arezzo è giunto 4°).

Mentre scrivo le rivendite dei biglietti nei vari tabacchini cittadini accreditati è esagerata e stavolta anche Ticketone.it è preso d’assalto come non mai.

La coda a Chiani
La coda a Chiani

A questo punto è chiaro che con i mille pisani cui è riservata la curva nord, la capienza dello stadio di Arezzo, omologato per circa 7700 posti, sarà insufficiente a ospitare tutti i cacciatori di posti.

Speriamo che a rimanere fuori siano quegli sportivi pronti a salire sul carro che vince, ma con il braccino corto durante il campionato.

Perché sarebbe davvero un peccato se rimanesse a piedi chi l’Arezzo lo ha seguito tutto l’anno, magari da abbonato, e ora fosse solo colpevole di non sapere acquistare il biglietto su Ticketone, dove se non altro occorre disporre di una carta di credito e di una stampante…

I tifosi hanno di certo contribuito non poco al campionato dell’Arezzo.

 

 

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Pietro Aretino
Pietro Aretino
« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco, che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo, scusandosi col dir: "Non lo conosco"! » (Ironica epigrafe indirizzata all'Aretino da Paolo Giovio[1]) È conosciuto principalmente per alcuni suoi scritti dal contenuto considerato quanto mai licenzioso (almeno per l'epoca), fra cui i conosciutissimi Sonetti lussuriosi. Scrisse anche i Dubbi amorosi e opere di contenuto religioso, tese a farlo apprezzare nell'ambiente cardinalizio che a lungo frequentò.

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