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giovedì, Marzo 28, 2024
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Consumismo e scambismo

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I parcheggi dei supermercati aretini di giorno sono affollatissimi, i carrelli mancano sempre, tranne quello con la ruota rotta e il gancino sganasciato e le famigliole si affollano cariche di buste per le corsie.
Ma la notte, quando le luci si spengono, la cassiera è già uscita da un pezzo e i carrelli come serpentoni sono accatastati, il parcheggio vive di una nuova, sfavillante seconda vita.
Se passi dopo le 21 all’Ipercoop specialmente, ma pure all’Esselunga o alla Pam, ti aspetteresti il deserto dei Tartari e invece no.

Un nutrito parco auto si presenta agli occhi esterrefatti degli innocenti, tra colpi di clacson fugaci, sfarfallio di fanali, segmali e codici segreti di persone appoggiate furtive allo sportello.
La notte il supermercato da vendita di merci si trasforma in vendita di corpi, appuntamenti clandestini di amanti, scambisti e persone in cerca di fugaci incontri.

Li vedi, aggirarsi quasi timorosi, infilarsi velocemente nell’auto di un altra, sfrecciare via rapidi verso i motel di peiferia, oppure aqquattarsi negli angoli più remoti, non certo davanti al Decathlon o all’Euronics.
In zona Esselunga poi un rimedio alla solitudine si trova sempre, visto il viavai di lucciole più o meno esotiche, e dopo una rapida consumazione, via, uno snack dal paninaro e poi a casa.
I più organizzati fanno il non stop, spesa a ridosso della chiusura e poi via all’incontro, con la busta piena di pane, latte e pomodori.

Poi dicono che l’economia aretina è in crisi, basterebbe invece mettere il parcheggio a pagamento dopo le 21, e un bell’introito finirebbe lesto lesto nelle casse semivuote del Comune.
Il consumismo aretino si è modificato, la nuova moneta è quella del corpo, ma allo spirito chi ci pensa ?

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Il Burattino
Il Burattino
Giocatore incallito di verbi e parole, iconoclasta e irrispettoso, non si piega e non si spezza, specialmente quando il gioco si fa duro, egli comincia a giocare. Abituato a prendere botte si difende a colpi di mazza, poliglotta e multietnico, è forse il primo immigrato di Arezzo dalle calde terre dell'Africa.

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