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domenica, Marzo 31, 2024
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Pericoloso il materiale trasportato e fermato ad Agosto a San Giovanni Valdarno

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Nei primi giorni di agosto in corrispondenza della Stazione di San Giovanni Valdarno fu fermato un convoglio ferroviario di rifiuti speciali provenienti dalla Campania e diretto in Austria, poiché oltre a presentare diffusi e incontrollati sversamenti di rifiuti liquidi emanava emissioni odorigene molto moleste tanto da essere avvertite e lamentate  da un numero indeterminato di persone residenti e/o esercitanti mestieri in corrispondenza dello scalo ferroviario.

In ragione di ciò il locale Comune  chiese l’intervento dell’Arpat di Arezzo e della  Sezione di Polizia Giudiziaria Carabinieri della Procura di Arezzo i quali, a seguito di un primo e sommario sopralluogo e  data la gravità della situazione, previa messa in sicurezza dell’intero convoglio, eseguirono il sequestro del container al fine di poter  compiere successive verifiche per accertare la reale  natura del rifiuto trasportato e le ragioni che avevano  indotto RFI a consentire l’utilizzo della propria linea da parte di  un  treno in così precarie condizioni.

Il convoglio fu trasferito dalla Stazione di San Giovanni Valdarno all’interporto di Maddaloni Marcianise presso il quale il Dipartimento Arpa Campania, assieme ai Carabinieri Forestali di Caserta,  che eseguivano degli accertamenti tecnici disposti dalla Procura di Arezzo al termine dei quali venne riscontrato  che i containers oltre a non essere omologati ed idonei al trasporto di rifiuti quest’ultimi non corrispondevano, per tipologia e caratteristiche,  a quelli dichiarati nei documenti  utilizzati dal produttore e dal  trasportatore dei medesimi;

in particolare il rifiuto veniva indicato come non pericoloso e stabilizzato  laddove invece risulta essere pericoloso, non stabilizzato e  non ideoneo al trasporto  ne smaltibile in discarica per l’elevata concentrazione di metalli pesanti.

La mancata bio-stabilizzazione del rifiuto è stata senz’altro la principale causa delle forti emissioni odorigene che per giorni ha   turbato la quiete dell’intera cittadinanza locale.

Tale situazione è potuta emergere grazie al lavoro della Polizia Giudiziaria e alle successive indagini disposte della Procura di Arezzo che hanno permesso di portare alla luce una realtà ben lontana da quella originariamente rappresentata agli organi di controllo al momento del fatto e di interrompere un trasporto pericoloso per la salute dell’uomo e l’ambiente.

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