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giovedì, Aprile 4, 2024
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La finestra del sindaco

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Noi lo capiamo il sindaco.
Avere la finestra del proprio appartamento in una delle più belle piazze d’Italia e non vedere svolgere il Saracino sarebbe stato uno spreco enorme.

Certo, il suo svolgimento, voluto con qualche forzatura, sta creando non pochi problemi.

La chiusura di fatto della piazza ha messo in subbuglio i commercianti che in pratica da lunedì non lavorano.

Il cartello: “accesso prove solo da via Seteria- obbligo green pass” tradotto in inglese diventa un obbligo tout court mancando la parola “prove”.

L’altro cartello: “è vietato l’accesso ai cani” crea forti disparità con gli altri animali a cui sembra possibile l’accesso.

Ma l’ordinanza che sta per essere emanata è ancora più divisiva.

Corso Italia dovrà essere completamente evacuato durante il corteo (che bello per i figuranti che fanno la figura da soli); i negozi dovranno serrare le entrate e non ci dovrà essere nessuno all’interno.
Il commerciante dovrà dire: tutti fòri, alò, che se deve chiude!

Tanti problemi che potrebbero guastare una festa cara agli aretini.

In questi giorni si sono fatti sentire tanti personaggi che hanno lanciato strali sulla forzatura del torneo.

Dall’ex motosega Gamurrini che ha gridato: questa non è giostra! a Martino Gianni che dice: io non l’avrei corsa.

Noi non sappiamo chi abbia ragione perché i problemi che ha causato il covid sono tanti e spesso di difficile soluzione.

Però, dalle segnalazioni che riceviamo, c’è una cosa che non c’entra niente con il virus ma con la buona amministrazione ed il decoro di questa città: i rifiuti che continuano ad essere ammassati proprio agli ingressi della piazza e restano lì per troppo tempo, facendo credere ai turisti di essere a Roma.

Signor sindaco, visto che in questi giorni sta vedendo le prove dalla sua finestra sulla piazza, allunghi lo sguardo e vedrà le montagne di cartoni alle entrate che rischiano di rendere questo Saracino ancora più precario.

In ogni caso, visto che siamo in ballo, balliamo e speriamo in una bella giostra, nonostante tutto.

4 Commenti

  1. Ad Arezzo – organizzandosi il Saracino – vengono come sospese alcune libertà: poter guardare Piazza Grande con occhi non feriti dall’immonda ferraglia con cui si allestiscono le tribune e dai camion da 400 quintali che portano la terra per la lizza; poter avere ingressi di esercizi commerciali e abitazioni per quanto possibile non lordati di terra e di cacca di cavalli; poter attendere alle proprie occupazioni serali e poter godere del riposo notturno senza che la ‘musica’ proveniente dai Quartieri impazzi per chilometri all’intorno. È poi d’obbligo nutrire la speranza che nelle casse dei Quartieri vi sia bastante pecunia, alcune centinaia di migliaia d’euro per riuscire a pagare cavalieri, allenatori, campi prova, ecc., pel modo che dalle serate nei rioni centinaia, migliaia, di persone specialmente di giovane età non abbiano a tornarsene a casa ubriache. A complicare un po’ le cose ci s’è messo anche il Covid, e la voglia di dimostrar d’essere più forti del Covid da parte di: Prefettura, Comune, Rettori dei Quartieri – non i loro popoli, minimamente interpellati. Da questo braccio di ferro: una fantozziana “cagata pazzesca”!

  2. Ma infatti si è voluto fare per forza il Saracino in barba ad ogni logica di prevenzione anticovid addirittura smontando i gazebo per i tamponi, chiudendo negozi e pensando anche di togliere i tavolini da alcuni locali per cosa?
    Per contentare quelli che credono di voler bene alla Giostra (ce lo ha spiegato Martino ma è chiaro che Siena è superiore) o per la passerella del solito tronfio?

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Luciano Petrai
Luciano Petrai
Di professione “curioso”, ha attraversato negli anni ’80 le speranze ecologiste collaborando attivamente con gli Amici della Terra – Italia. Ha cavalcato le delusioni politiche e sociali attraverso una buona dose di auto-ironia e di sarcasmo. Attualmente fa parte della redazione del periodico “Essere” ed esprime note e lazzi in una frequentata pagina facebook . Ed ora l’esperienza ne “L’ortica” per continuare a pungere divertendosi.

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