PROMOSSI
CURVA SUD LAURO MINGHELLI: bellissima la torciata con cui i tifosi hanno accolto le auto dei giocatori all’arrivo allo stadio e lo striscione di incoraggiamento “NOI ILLUMINIAMO IL VOSTRO CAMMINO, VOI CAMBIATE IL NOSTRO DESTINO”.
Nel secondo tempo ci provano ancora gli ultras, presenti nella collinetta tra curva e maratona, sparando in aria qualche fuoco di artificio.
Purtroppo l’Arezzo è ancora avvolta nelle tenebre.
SAN CORNELIO: il colle, non la Curva, che domina lo stadio con i raggi di un sole invernale che lo rende ancora più bello.
E’ sempre stupendo posare lo sguardo sopra l’antico sito etrusco, verrebbe voglia di non abbassare mai gli occhi verso il campo. DI questo tempi poi…
ALESSANDRO DI PAOLANTONIO: entra al posto di Altobelli e sembra l’unico ad avere un po’ di lucidità e grinta.
Prova anche a proporsi in avanti e ancora trema la traversa da lui colpita su punizione al 37’ del primo tempo.
Corre, tira e crossa.
L’unico con una sufficienza per abnegazione ed intensità.
DANIELE ALTOBELLI: gioca troppo poco per essere promosso appieno, ma vogliamo essere positivi e la promozione è soprattutto in prospettiva e per quanto fatto vedere a Ravenna dove ha finito con i crampi e in crescendo.
Può essere un buon innesto a centrocampo, ma la squadra deve iniziare a girare bene tutta, altrimenti è solo corsa sprecata.
DEMETRIO TEFFE’: il giocatore del Cesena gioca dal 1’ minuto con una benda in testa degna dei reduci di Caporetto.
Nella distinta lo mettono come 97, ma lui ha il 7 sulla maglia.
Insomma gioca contro tutto e tutti e al nono minuto del primo tempo sbaglia pure un rigore in movimento.
Nel finale viene pure graziato dopo aver toccato il pallone nella sua area con il braccio. Lotta su ogni pallone.
Gladiatore e fortunato.
IL CALCIO: non siamo masochisti, né impazziti.
Forse un po’ cinici si.
Ma il calcio resta questo e per certi tremendi versi è spietato e affascinate allo stesso tempo. Minuto 37: calcio di punizione per l’Arezzo, traversa di Alessandro Di Paolantonio, Cesena che parte in contropiede, Luciani cerca di abbattere Zecca, l’arbitro evita il rosso diretto per il vantaggio, tiro, palo, la difesa libera.
Pericolo scampato, anzi no: palla a Bortolussi che evita il fuorigioco e insacca per il 2-0.
L’IMOLESE CALCIO: promossa (purtroppo per noi), la nuova guida tecnica di Pasquale Catalano (giocatore amaranto nel 1996/97 in C2). E questo è un problema per l’Arezzo, perché l’Imolese, penultima, ieri ha vinto e convinto contro il Matelica, squadra non proprio materasso. Il problema vero è che ha giocato anche bene, con tre giocatori fuori ruolo. Stessa cosa era avvenuta a Gubbio, dove però era stata punita oltre misura. Insomma, le cose si complicano per gli amaranto
BOCCIATI
LA DIFESA: la squadra è leggera in ogni reparto, ma la difesa cucina gli arrosti peggiori. Distratta e impacciata, nel primo tempo il Cesena poteva segnare altri tre gol (minimo).
Se non mettiamo a posto questo reparto, sarà dura riuscire a strappare anche solo un inutile 0-0.
MISTER CAMPLONE: lo avevamo accolto con entusiasmo e grande speranza.
Sembrava la persona giusta per dare la giusta dose di grinta alla squadra.
Ad oggi purtroppo manca tutto, attenzione, grinta e ordine.
Auguri per il proseguimento della sua carriera Mister, altrove.
ALESSIO CERCI: emblema triste e sventurato dell’Arezzo in questo girone.
Entra al 36’ del secondo tempo, tocca due palloni, al secondo riceve un pestone.
Non sembra niente di grave, ma inizia subito a zoppicare, cammina piano, passeggia, si rivolge spesso alla panchina.
Al 44’, dopo otto minuti di gara, esce da solo dal campo, lasciando i compagni in 10 perché le sostituzioni erano finite.
Si siede accanto alla panchina e poi chiede il giubbotto perché ha freddo.
Scene surreali di un ex giocatore.
I PRIMI TEMPI DI GIOCO: l’Arezzo passa sempre in svantaggio e non gioca mai.
Un girone intero in cui la squadra ha dimostrato una coerenza pazzesca.
Nel primo tempo gli avversari fanno sempre meglio, che si giochi in casa o in trasferta. Lavoro per gli psicologi.
DIECI CESENATI IN TRIBUNA: compatti al centro della tribuna, con le sciarpe al collo, esultano ai gol della loro squadra.
Lecito.
Ma occhio, la ruota gira.