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Gli aretini combattono il virus a tavola

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Ve ne sarete accorti girando nel fine settimana per Arezzo.
Fino dal mattino bar affollati, brioches che saltano come ranocchie, file per prendere il caffè.
Poi, più tardi, ristoranti e pizzerie piene stracolme, tavoli che sbucano da ogni angolino, gente che per non perdere il posto a tavola restano dal pranzo alla cena.

Poi, ci sono le grigliate tra amici che privilegiano quelli che, in ogni ricorrenza, sono gli addetti alla griglia: eroi del nostro tempo che, a petto nudo, cuociono la carne al sole in quelle gratelle annerite dove il virus balla contento, e loro sudano, sudano, compensando così la mancanza di olio nella bistecca.

In fondo è bello vedere una città culinaria che combatte lo stress del virus a tavola.
E poi non poteva essere che ad Arezzo la nascita della Accademia del colesterolo, fondata dal trio degli Avanzi di Balera, Francesco Maria Rossi, Santi Cherubini, il Penna, e Alessandro Lisi, che ci ricordano il loro statuto:

L’ACCADEMIA DEL COLESTEROLO

Il periodo della movida agostana è uno dei migliori per parlare dell’Accademia del Colesterolo, il nobile consesso che gli Avanzi di Balera hanno costituito per promuovere e valorizzare il Colesterolo in tutte le sue forme.

Essere accettati nell’Accademia non è semplice come accedere alla massoneria o alla bocciofila del Maspino. Occorre invece grande determinazione, possedere alcuni requisiti fondamentali e praticare una dieta adeguata.

Nella fattispecie bisogna avere almeno 4 valori delle analisi del sangue largamente fuori dai parametri (con transaminasi tendenti all’infinito); per l’uomo la tartaruga addominale da palestra deve essere sostituita da un ventre batraciano con sfondamento erniale; per le donne è fondamentale esibire tracce importanti di cellulite o smagliature.

Inoltre tutti giorni è necessario recitare per almeno mezz’ora il mantra “Salva una pianta, mangia un vegano” davanti alla sacra immagine del maiale rampante valorizzata da una fila de salsicci.

Nelle immagini vedete il famoso dietologo aretino dottor Rossi e il consulente professor Sassaroli di “Amici Miei”.
Fra i vini consigliamo Poggio Cirrosi, Moscino e La Fondata.
Viva la ciccia e i radicali liberi, perché “bocca unta non disse mal de nessuno!”

Con affettato da FMR
Che il covid non si provi a rifarsi vivo, perché gli aretini lo mangiano.

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Luciano Petrai
Luciano Petrai
Di professione “curioso”, ha attraversato negli anni ’80 le speranze ecologiste collaborando attivamente con gli Amici della Terra – Italia. Ha cavalcato le delusioni politiche e sociali attraverso una buona dose di auto-ironia e di sarcasmo. Attualmente fa parte della redazione del periodico “Essere” ed esprime note e lazzi in una frequentata pagina facebook . Ed ora l’esperienza ne “L’ortica” per continuare a pungere divertendosi.

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