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martedì, Marzo 19, 2024
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Picnic con il morto ? No, col demente

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Evidentemente c’è una parte di aretini che è stata educata col culo anziché con la testa, da genitori dementi, i quali hanno allevato una prole ancora più decerebrata.

La prova provata è lo stato in cui versa la zona in Fortezza, a ridosso delle mura sulla strada, dove tra le rovine in pietra “fioriscono” i frutti di quella demenza.

Buste della spesa piene di coperte sporche, (Dio ci scampi e liberi che in queste camporelle gli idioti si riproducano), avanzi di cibo gettati ovunque,bottiglie vuote,  plastica e rifiuti sparsi nell’erba.

 

 

Ma i dementi sono anche “artisti” e quindi hanno ben pensato di lasciare i loro capolavori ai posteri, imbrattando le mura con frasi e scritte con la vernice bianca.

Io spero che uno o più di questi coglioni stia leggendo l’articolo, e sappia che quello che si merita è una riga di calci in culo a due a due finché non diventano dispari.

Ma il Comune vigila e controlla la Fortezza ?
Domanda lecita, poiché dalle tante dichiarazioni e promesse, dalle rassicurazioni che sarebbe diventata una delle eccellenze cittadine, fulcro di iniziative e valorizzazione, è stata di nuovo lasciata a sé stessa.

Il picnic c’è il morto (la Fortezza abbandonata ) pure, di dementi abbiamo un surplus da esportare.

1 commento

  1. Ci sono gli addetti a costruire e gli addetti a distruggere. Come se fare e disfare sia tutto un lavorare. No , disfare come si legge nell’articolo è da dementi. Chi non presta attenzione e lascia passare dimostra poca cultura sulle cose che potrebbero elevarci a città del bello, pulito e non della sciatteria. Arezzo città sciatta e trasandata e lo si vede dalle piccole cose. Una signora o un signore ben pettinati e agghindati da gioielli non saranno mai belli se il loro abito è sporco e frittelloso.

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Il Burattino
Il Burattino
Giocatore incallito di verbi e parole, iconoclasta e irrispettoso, non si piega e non si spezza, specialmente quando il gioco si fa duro, egli comincia a giocare. Abituato a prendere botte si difende a colpi di mazza, poliglotta e multietnico, è forse il primo immigrato di Arezzo dalle calde terre dell'Africa.

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