E’ difficile mantenere le distanze in un ristorante, in un bar o un pub, non c’è dubbio; allo stesso tempo aprire tutto significa mettere in circolazione un sacco di gente, cosa che avverrebbe anche con alberghi, B&B e agriturismi.
E’ difficile anche mantenere le giuste distanze dall’estetista, dal parrucchiere a dal dentista…
Lo è molto di meno in una fabbrica non aperta al pubblico, dove con le dovute attenzioni (soprattutto nell’uso dei bagni) si può riuscire a produrre senza rischi gravi.
Il problema è che non si può rischiare di vanificare gli sforzi fatti da tutti per oltre un mese.
L’ideale (compatibilmente con la situazione contingente) sarebbe stato riaprire gradualmente le attività tenendo conto dei numeri del contagio nelle singole regioni, ma non nascondiamoci dietro un dito, la Lombardia e il Piemonte non ci starebbero, e la Lega, che le amministra entrambe, meno che meno.
Occorre quindi resistere ancora, anche perché le previsioni iniziali di un picco del contagio per il 28 marzo si sono rivelate fuffa.
Oggi siamo in discesa, ma per esempio in Piemonte no.
E’ difficile trovare le misure giuste che vadano bene per tutti, e di certo agli abitanti del sud certe attese peseranno piu che dalle nostre parti.
Non credo che il governo si diverta a vietare, o che sia tentato dal despotismo, come qualcuno sostiene.
Credo anzi che si stia muovendo già fuori dalle linee dettate dalle cosiddette task force di esperti.
Trovare la giusta misura sembra impossibile, quindi bisogna sperare che gli aiuti (possibilmente a fondo perduto) europei si sbrighino ad arrivare, altrimenti altro che commercianti, chiude l’Italia!
Ululare come coyotes è inutile, anche se comprensibile.
C’è da pensare che chi governa faccia quel che può per salvare il maggior numero di cuccioli della tana.