«Non le lotte e le discussioni dovevano impaurire, ma la concordia ignava e le unanimità dei consensi».
Serve un sempre fresco Luigi Einaudi per commentare il rocambolesco atteggiamento del Comune di Arezzo durante l’ultima assemblea dei soci Coingas.
Il socio principale (46%) si è presentato non con il sindaco, non con l’assessore (Merelli), ma con un tecnico, il segretario generale e fin qui non è una novità da quando è esploso il bubbone.
Sarà perché ancora la poltrona scotta quando si parla della società partecipata al centro di un’indagine della magistratura, sarà perché nessuno vuole rimanere col cerino in mano, oppure sarà perché qualcuno quel cerino vuole lasciarlo in mano al presidente Franco Scortecci, senza dubbio una brava persona.
Chi lo ha visto ieri lo ha notato davvero in imbarazzo mentre il Comune che lo ha designato al vertice, sebbene in possesso dei numeri per dare il disco verde, chiedeva il rinvio del voto.
La maggioranza era garantita dall’appoggio dei Comuni di Castiglion Fiorentino e Cortona. Ma la motivazione per cui non si sia andati al voto è davvero originale: Il Comune di Arezzo ha chiesto a tutti i soci di votare sì, compreso a quelli del Pd che ovviamente si sono ben guardati dall’esprimere il loro consenso.
Ma davvero Ghinelli & Merelli credono che qualcuno dei Comuni in minoranza possa accodarsi ai loro pasticci, oppure dietro c’è altro?
Prossimo round al 12 maggio.