

La situazione dalle ore 14 del giorno 26 alle ore 14 del giorno 27 aprile relativa al fenomeno della diffusione del COVID-19 evidenzia 2 nuovi casi: 1 a Bucine (in provincia di Arezzo), ospite dell’RSA di 89 anni, in isolamento domiciliare.
I guariti sono 13 nella provincia di Arezzo e 1 a Grosseto.
In particolare:
2 ad Arezzo città
1 a Badia Tedalda
1 a Bucine
2 a Capolona
2 a Castelfranco Piandisco
1 a Castiglion Fiorentino
1 a Laterina Pergine Valdarno
1 a San Giovanni Valdarno
1 a Sansepolcro
1 a SubbianoAbbiamo quindi in totale 916 casi in carico.
Tra questi 728 persone sono in isolamento domiciliare, 92 in Ospedale, 423 guariti.

Certo, con molte prescrizioni e molti veti, ma almeno cominciando a prendere dimestichezza con la situazione che si presenterà da qui ai mesi a venire, fino a che non finirà l’epidemia.
Invece sono state liquidate un’altra volta, come contassero poco o nulla, quando è chiaro a tutti che il Paese si regge su di loro. E quello che più sconcerta è che gli interventi di sostegno al sistema economico restano poco più che proclami, incapaci di incidere nella realtà delle cose.
Credito a fondo perduto, moratoria fiscale e su tutti i pagamenti, sostegno al reddito: di questo ha bisogno l’Italia.
Ma anche di progetti seri per la ripartenza”.
La presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini:“se la prima preoccupazione di tutti deve essere la salute, qualcuno ci spieghi perché aprire un negozio, un bar o una qualunque altra attività nella quale entrerebbero al massimo una o due persone alla volta, con guanti e mascherine e nel rispetto di tutte le regole necessarie, viene considerato più pericoloso che aprire una fabbrica con centinaia di lavoratori.
Credo proprio che il buon senso abbia abbandonato chi ci governa”.
“I commercianti, i baristi, i ristoratori, gli agenti di viaggio, quelli immobiliari e di commercio, i tour operator, gli albergatori, le guide turistiche, i parrucchieri, le estetiste e tanti altri imprenditori, insieme ai loro collaboratori e alle loro famiglie, non sono più disposti a sopportarlo. Si chiede al mondo delle piccole imprese un sacrificio troppo grande senza dare in cambio misure concrete compensative”.
“Siamo stati in casa, abbiamo spento le luci delle nostre attività in silenzio, con un sacrificio enorme, abbiamo passato il nostro tempo ad organizzarci con le aziende, con le banche, con le scadenze, con la certezza che, dopo una prima fase di sgomento che sarebbe durata un mese (e sarebbe stato già terribile!) avremmo potuto riprendere a lavorare”, spiega la presidente, “ma quello che Conte ha detto ieri sera senza dare nessuna spiegazione scientifica e tecnica, è inaccettabile. Ha scambiato la nostra ubbidienza, il nostro senso del dovere in sudditanza.
Non è così!
Noi non faremo la fine della rana bollita.
Non siamo disposti ad abituarci a questa situazione senza farne parola”.
“Non ci condannerete al fallimento trovandoci inermi”, conclude la presidente di Confcommercio Toscana, “siamo pronti a reagire con la forza della disperazione, con la forza del nostro orgoglio, con la forza della nostra onestà, lealtà, determinazione, passione e desiderio di ricominciare per il benessere della nostra collettività”.

Il ricavato sarà devoluto in beneficenza per fronteggiare le difficoltà dell’attuale periodo di emergenza
– Una vendita di maglie da calcio per sostenere le famiglie in difficoltà a causa del Covid-19.
L’iniziativa è stata promossa da Daniele Santini, presidente del circolo Acli di San Zeno, che ha trasformato la propria passione di collezionista di cimeli sportivi in uno strumento per fare del bene agli altri e che ha dato vita ad un’asta on-line che ha permesso di raccogliere 2.225 euro che saranno interamente devoluti in beneficenza.
Nel corso di una diretta facebook sono state battute un totale di ventotto maglie di squadre italiane e straniere, con decine di appassionati che hanno accettato l’invito a connettersi e a dar vita ad una divertente gara al rialzo che ha trovato il proprio apice nei 250 euro offerti per una maglia originale di Christian Vieri dell’Inter. Tra i pezzi all’asta sono rientrate anche le casacche dell’Arezzo indossate da Floro Flores e Galeoto, oltre a numerose divise della serie A, del Sud America e, soprattutto, della Premier League inglese con grandi campioni quali Torres del Liverpool o Berbatov del Fulham.
Il ricavato di questa vendita sarà devoluto ad alcune famiglie residenti tra San Zeno, Arezzo e Subbiano per fornire un aiuto nel fronteggiare le spese dell’attuale periodo di emergenza (assicurazioni, finanziamenti, bollette o acquisto di beni di prima necessità), mentre una parte verrà consegnata alle associazioni di Olmo per attivare una colletta alimentare per sostenere i bisogni quotidiani delle persone del paese.
«L’asta on-line – commenta Santini, – è nata con la doppia finalità di passare una piacevole serata insieme ad amici, a collezionisti e ad appassionati di calcio, e di portare un contributo concreto a chi sta vivendo un momento di effettiva difficoltà per l’attuale situazione di emergenza.
Il risultato ottenuto è andato oltre ad ogni aspettativa perché le ventotto maglie battute hanno permesso di ottenere ben 2.225 euro che saranno ora devoluti in beneficenza: ringrazio tutti coloro che hanno aderito all’iniziativa e che hanno portato un contributo a questa raccolta».
Ha quindi potere e conseguentemente responsabilità.
Il primo lo mantiene, alla seconda si sottrae.
Oggi, nel corso dell’Assemblea dei soci, ha infatti deciso di non votare il bilancio 2019.
Un atto che sfiducia di fatto l’amministratore unico Franco Scortecci che era succeduto a Staderini dopo lo scandalo delle consulenze d’oro.
Non solo il Comune di Arezzo ha deciso di non votare ma né il Sindaco né l’assessore competente si sono presentati all’appuntamento delegando una figura puramente tecnica e cioè il Segretario generale.
Questo conferma che il Sindaco Ghinelli non intende assumersi le sue responsabilità, quelle del socio di riferimento, tentando a scaricarle sugli altri comuni della provincia.
L’assemblea si è aggiornata alla metà di maggio ma rimane evidente che sulla vicenda Coingas il Sindaco Ghinelli non può più nascondersi dietro i funzionari comunali perche tutte le scelte di oggi e del passato sono solo sue.