In questi ultimi giorni ci sono state ad Arezzo interessanti iniziative che stanno prefigurando una inversione di tendenza al semplice “magna magna” che ha fino ad oggi caratterizzato la città.
Il trekking urbano a Saione, organizzato dall’associazione Liria e Pronto donna., una passeggiata intervallata da letture dedicate a figure femminili, un modo per far riflettere sulla violenza sulle donne che le cronache di questi giorni confermano attuale e preoccupante.
Poi la bella iniziativa a Ponte Buriano, organizzata da Arezzo Ars Nova e Fraternita dei Laici, dove a riti di riconciliazione con il fiume Arno sono seguite belle musiche classiche e letture di poesie che hanno reso magica quella zona del ponte ora in ristrutturazione ma sempre un orgoglio per il nostro territorio.
Epperò, come era avvenuto anche in Piazza Grande per la presentazione dei musici, in tutte queste lodevoli iniziative l’Ortica ha trovato un punto debole: il sonoro.
Era successo nella passeggiata rosa a Saione dove le poesie che venivano lette erano sentite solo o quasi da chi le recitava. Stessa cosa è successa a Ponte Buriano dove le dotte spiegazioni del Dr. Pierluigi Rossi e di Giuseppe Macrì si sono perse nelle acque dell’Arno dove venivano lanciati petali di rose e vino dolce, un rito antico di riconciliazione.
Certo, anche la benedizione del fiume da parte del parroco, che ricorda un po’ il rito dell’ampolla sul fiume Po da parte della Lega, ha avuto un momento di “suspense” quando il prete è scivolato e stava per cadere in Arno, forse attratto dal vino dolce che in quel momento faceva la gioia di qualche raro pesce in circolazione.
Quindi ben vengano iniziative di questo genere che ci riconciliano con una cultura che spesso è stata dimenticata e danno un senso meno provinciale alla città.
Per questo il nostro appunto sui cattivi impianti di amplificazione vuole essere costruttivo per vivere sempre meglio il nostro territorio.
Allora, con la tecnologia di cui oggi possiamo disporre non ci sono giustificazioni.
INSOMMA, VOCE PER FAVORE!