Circa 1.500 aretini hanno fatto la fidelity card (sì, la famosa tessera del tifoso), ma a quanto pare non basta mai.
Per la trasferta di Ravenna, solo 627 posti disponibili per il settore ospiti: ridicoli, per una sfida di vertice tra due piazze storiche come le nostre.
Non stiamo qui a discutere dell’utilità della tessera: i biglietti sono già nominativi, e non evita certo bengala o botti che poi costano multe alle società.
Comunque, da bravo tifoso, anch’io ho la mia fidelity. Ieri sono andato a un punto Vivaticket, ma mi hanno detto che la riunione delle autorità non era ancora avvenuta. “Forse domani, verso mezzogiorno”, mi dicono.
Così oggi, mercoledì 15 ottobre, alle 12:20 ero già davanti alla rivendita.
Coda, confusione, gente ovunque: ho subito capito che sarebbe stata una corsa contro il tempo. Chiamo un amico che prova online — erano le 12:28 — ma restavano appena 165 biglietti. Riusciamo a prenderne due, ma il terzo resta a bocca asciutta.
Avviso subito altri tifosi, ma per molti niente da fare: biglietti finiti in un lampo.
Alla fine, circa 200 aretini sono rimasti senza, ma non per questo rinunceranno: tanti partiranno lo stesso, per stare vicino alla squadra e far sentire la voce amaranto anche da fuori lo stadio.
Ravenna non è una città qualsiasi.
Etrusca come Arezzo, legata a noi da secoli di storia, commerci e passione. Sale, grano, sudore: un legame che attraversa il tempo. E guarda caso, oggi siamo lì, appaiati in classifica, come a dire che la storia si ripete.
E allora un messaggio chiaro al presidente del Ravenna:
Faccia tutto il possibile per permettere anche ai 200 amaranto rimasti fuori di entrare allo stadio.
Sarà una battaglia sportiva vera, leale e calda — come piace a noi.
Perché Arezzo non molla mai.
E anche quando restiamo senza biglietto…
noi ci saremo lo stesso!









