Ci arriva in redazione l’ennesima segnalazione (che ormai non fa più notizia, ma solo schifo) sulla scandalosa manutenzione della città.
Arezzo, città turistica, con la manutenzione però di un quartiere bombardato a Kabul.
Le buche? Non fanno più testo: ormai fanno parte dell’arredo urbano, tipo le panchine o i cestini della spazzatura (quando ci sono). L’immondizia? Quella è diventata la nuova mostra Icastica: decine di foto ogni giorno sui social, manco fosse la Biennale di Venezia.
E poi c’è lui: il monumento al Petrarca, che guarda muto la vergogna cittadina, circondato dall’erba alta come in una piantagione colombiana. Pare che le aiuole accanto aspettino i turisti del Natale: così possono farsi un selfie con il poeta… e magari pestarci dentro come in un safari africano.
Che poi, con tutta quell’erba, c’è pure il rischio che lo stordito di turno la scambi per marijuana e se la rolli lì davanti, con Petrarca che dall’alto pensa: “Italia mia, benché ‘l parlar sia indarno…”.
Ma tanto qui, finché non casca qualche assessore dentro una buca o non ci si inciampa un turista giapponese con reflex in mano, non si muove foglia… anzi, non si taglia!




“Città d’Arte , in cu.. a chi arriva e in cu.. a chi parte “.
Cit.
(Questo motto fu da me udito da una finestra aperta del nostro Centro Storico in un’estate dei primi intasamenti turistici . Lo trovo sempre attuale e adatto al turismo delle Città d’Arte.)
Chissà se lerba intorno al Petraca aspetta solo un assessore che si confonde con un turista giapponese per iniziare il taglioprogrammato… o meglio, per far scattare le prime foto sul social Biennale dArte dellImmondizia. E qui, visto che si parla di bufale, forse dovremmo mettere in guardia i turisti dal confondere le aiuole con contenitori per la marijuana: è scandaloso, ma a questo punto è più sicuro che la scambino con i cestini della spazzatura, che almeno sono… esistenti. Che poi, con un QI sotto zero che ruba da unambulanza, forse è meglio non aspettarsi troppe promesse di salvezza dalla manutenzione cittadina.