Segnaletica scomparsa, vegetazione esuberante e cartelli archeologici del 2007. Si parcheggia solo se si sopravvive.
A Rigutino la caccia al parcheggio non è solo una metafora: è una spedizione punitiva nella giungla urbana. I pochi stalli sopravvissuti all’estinzione sono talmente mimetizzati nella savana del degrado che per trovarli serve un drone, un machete e l’approvazione del WWF.
L’ex parcheggio della scuola elementare — ora area archeologica di interesse botanico — è in stato di tale abbandono che l’unico segnale rimasto è quello dei lavori… del 2007. Un’installazione d’arte contemporanea dal titolo: “Promesse al bitume: cronache da un cantiere eterno”.
La situazione presso le scuole medie e il mercato è ancora più spinta: foreste pluviali spontanee dove si sospetta la presenza di fauna selvatica, druidi umbri e un paio di parcheggiatori dispersi dal 2014.
Nel frattempo, si discute di demolire il Centro Civico e Sanitario per farci parcheggi nuovi, mentre i vecchi marciscono, incompresi e invasi dalle ortiche, come gli ex delle medie.
Geniale: è come abbattere casa perché non si trova il telecomando.
E nel grande piazzale vicino al campo da calcio? Un potenziale Eden dell’asfalto. Peccato che sia diventato un parco avventura non segnalato, dove la vera sfida è uscirne senza che l’erba ti si agganci ai semi dei calzini.
In attesa dell’ennesimo “progetto innovativo” (cioè: una fotocopia sbiadita del precedente), suggeriamo al Comune un gesto rivoluzionario: tagliare l’erba. O almeno, far finta.
Nel frattempo, gli unici parcheggi accessibili restano quelli nel metaverso. E forse nemmeno lì.










